Prosegue, nel sito archeologico che conserva i resti dell’Acquedotto Augusteo del Serino nell'area Borgo Vergini ‐ Rione Sanità a Napoli, Underneath the Arches, programma di arte contemporanea a cura di Chiara Pirozzi e Alessandra Troncone, in collaborazione con l’Associazione VerginiSanità. La seconda mostra del programma ospiterà, a partire dal 1 dicembre 2018 e fino al 10 marzo 2019, un’installazione site‐specific dell’artista Hera Büyüktaşcıyan (Istanbul, 1984) dal titolo From There We Came Out and Saw the Stars.

L’intero progetto Underneath the Arches, inaugurato il 24 marzo 2018, intende innescare un dialogo fra archeologia e arte contemporanea, generando relazioni fra la cultura materiale e immateriale del contesto locale e le ricerche artistiche internazionali, con l’obiettivo di attivare processi di promozione e valorizzazione del patrimonio storico esistente e della produzione contemporanea. Nei suggestivi spazi del tratto di acquedotto di epoca romana rivenuto nel 2011 al di sotto dello storico Palazzo Peschici Maresca in via Arena Sanità, artisti di fama internazionale sono invitati a realizzare installazioni temporanee in dialogo con il sito archeologico e l’area circostante.

Dopo la prima mostra di Arturo Hernández Alcázar, il programma prosegue con l’invito all’artista Hera Büyüktaşcıyan a realizzare un nuovo intervento temporaneo e concepito appositamente per il sito archeologico dell’Acquedotto Augusteo del Serino.

La ricerca di Hera Büyüktaşçıyan si focalizza sulla relazione tra il visibile e l’invisibile, creando connessioni tra i temi dell’identità e della memoria. L’artista si definisce una storyteller per la sua metodologia, che integra leggende locali, referenze storiche ed elementi iconografici provenienti da diverse culture, con l’obiettivo di riportare alla luce storie rimosse dalla narrazione ufficiale e correlate agli spazi in cui interviene.

Per Napoli, l’artista turca realizzerà un’installazione avvolgente, in grado di coinvolgere lo spettatore facendolo sentire come immerso in un bacino d’acqua. Catapultando la prospettiva di visione, dal fondo dell’acqua verso le fondamenta della città, l’installazione lascia emergere suggestioni derivanti da storie dell’antica città di Napoli che si fondono con le stratificazioni dell’acquedotto.

Büyüktaşcıyan ha già realizzato numerosi interventi site‐specific, alcuni dei quali in luoghi storici e siti archeologici quali antiche cisterne a Istanbul (2010; 2012), la Piscina del Patriarca a Gerusalemme (2014) e il Küçükyalı Archaeopark a Istanbul (2016). In queste occasioni, l’artista ha lavorato per portare alla luce vicende connesse alla storia dei luoghi dove è intervenuta, con l’obiettivo di rendere visibili frammenti di memorie. Inoltre, la ricerca dell’artista si focalizza sull’acqua come elemento di trasformazione e metafora della fluidità della memoria. Nelle sue opere, Büyüktaşcıyan ha più volte messo in relazione antiche fonti e bacini d’acqua con l’idea di una storia sotterranea, non visibile, che tuttavia continua a plasmare il presente. Questa ricerca pregressa si connette perfettamente alla storia di Napoli; una città che è cresciuta attraverso stratificazioni non fisse bensì compenetranti fra loro.

La mostra è realizzata grazie al supporto di SAHA e con il contributo di STEP Beyond Travel Grants, ha ricevuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e gode del patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. La residenza dell’artista è realizzata in collaborazione con la Fondazione Morra.

Si ringraziano gli sponsor tecnici AEG Lighting e Arrichiello Ciro Ceramiche, e gli sponsor Poppella, Napolinn B&B e Casa del Caffé.