Sua Maestà, il Vesuvio, il nostro vulcano, temuto e amato da noi napoletani. La sua bellezza, la sua posizione, la sua storia, la sua forza, hanno sicuramente influenzato i nostri temperamenti.  E’ stato, ed è, raccontato, dipinto, fotografato, con l’intento di catturare il suo fascino, ma quanti conoscono le reali potenzialità del suo contesto ambientale?

 Giovedì 6 settembre 2018, alle ore 17.30 si terrà, presso la Camera di Commercio di Napoli, la Conferenza Stampa e una cena di presentazione di “Vesuvinum”. Si tratta di proporre la conoscenza di usanze sacre e profane per offrire un’opportunità a tutto il territorio vesuviano, attraverso iniziative che accendono i riflettori sulle sue eccellenze, ambasciatrici nel mondo di un territorio unico e irripetibile che tutti noi abbiamo il dovere di curare e preservare. Tanta sinergia, con una narrazione aggregata tra i vari comparti agricolo, turistico, sociale e culturale, per un solo obiettivo: la valorizzazione del territorio vesuviano.

 “Il futuro bisogna saperlo pensare, bisogna immaginarlo secondo prospettive concrete ed anche un po’ ambiziose, altrimenti si rischia di ripercorrere sempre le stesse strade e di seguire sempre gli stessi schemi” dichiara Luca Capasso, Sindaco di Ottaviano e Presidente della Comunità del Parco Nazionale del Vesuvio, in  unione d’intenti con il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca; il Presidente del Parco Nazionale, Agostino Casillo; il Commissario straordinario della Camera di Commercio di Napoli, Girolamo Pettrone con il rappresentante della Camera dei Deputati, Paolo Russo, solo per citarne alcuni. L’incontro con la Stampa e con coloro che sono sensibili all’argomento, sarà una chiamata agli ingegni per poter mettere in campo iniziative che tendono a valorizzare produzioni d’eccellenza e di qualità come: le albicocche, i pomodorini del piennolo, i legumi, le ciliegie, gli agrumi, le noci, le olive. E poi l’arte bianca, dal pane di San Sebastiano, alla pasticceria napoletana fino alla lavorazione dello stoccafisso e baccalà. E soprattutto le uve: coda di volpe, falanghina, piedirosso, aglianico, catalanesca e il Lacryma Cristi, prodotti tutti legati alle feste per il raccolto, con la loro musica e con i balli popolari.

 Questa grande ricchezza va promossa e gestita in maniera intelligente, consapevoli che la promozione della conoscenza materiale e immateriale permette l’incontro con la nostra cultura motore di percorsi turistici nuovi e di grande qualità.