NAPOLI. In principio era il “B&B duo”, ovvero la bionda e la bruna, Ileana Mottola, vocalist, ed Eleonora Strino, chitarra, jazz per tutti gusti, swing e ballad in prevalenza. Poi l'estate scorsa le chiamarono a Pompei per una serata celebrativa delle voci storiche femminili italiane, Mina, la Vanoni, Patti Pravo... Progetto impegnativo, da qui la decisione di diventare “B&B quartet”, ma sempre rigorosamente al femminile. Ed ecco Beatrice Valente, contrabbasso, e Laura Klain, batteria. Saranno di nuovo sul palco venerdì 9 al Music Art, ore 21,30, dove proporranno un percorso di standard americani tratti da musiche da film nate nei musical di Broadway, tipo il celeberrimo “The lady is a tramp” o “My favorite things”, brano di Rodgers che Coltrane portò con grande fortuna sui palchi del jazz. Il “B&B quartet” insomma accompagnerà il pubblico del MA attraverso un repertorio musicale che parte da Broadway anni '30-'50, per approdare sul grande schermo e poi passare sui palchi del jazz. Quattro donne, dunque, quattro musiciste giovani ma con un solido percorso personale già alle spalle. Quattro campane, anche se Strino e Klain vivono da tempo a Torino. Ileana Mottola, vocalist salernitana, è la leader del gruppo. Laureata in lingue e letterature straniere, pianista da bambina, è stata poi sedotta dal canto ed in particolare dalla musica afroamericana e cubana. Napoletana da anni trapiantata a Torino, Eleonora Strino studi a S. Pietro a Maiella, ha perfezionato la sua chitarra nel prestigioso conservatorio di Amsterdam. Vive da anni a Torino dove ha stretto un collaudato sodalizio artistico con il celebre contrabbassista americano Greg Cohen. Famiglia di musicisti, Beatrice Valente nasce pianista ma a 14 anni resta folgorata da un disco di Marcus Miller regalatole dal padre. E abbraccia il contrabbasso dal quale non si è più separata, studiando fra l'altro con il compianto Rino Zurzolo. Frequenti anche i suoi interventi vocali in controcanto. Nata a Tolosa ma napoletana da quando era in fasce, Laura Klain ha impugnato le prime tammorre a sette anni ed ha lavorato con Eugenio Bennato fino a 17 anni. Dall'etno al jazz, il passo è stato spontaneo: un'esigenza istintiva di allargare i propri orizzonti, ed ecco una delle rare (almeno in Italia) protagoniste del jazz con le bacchette fra piatti e tamburi. Un gruppo tutto al femminile di recente costituzione, insomma, con tutta l'intenzione di andare lontano. Anche il jazz, insomma, reclama le quote rosa.

lucis