Con lo spettacolo “Le statue movibili” di Antonio Petito, con l'adattamento e la regia di Lello Serao, termina il prossimo week end la stagione del teatro Sannazaro di Napoli. Sabato 7 e domenica 8 maggio, infatti, saranno in scena Ciro Esposito, Daniela Ioia, Raffaele Parisi, Niko Mucci, Biagio Musella, Ciro Pellegrino, Nunzia Schiano, nella pièce che è un arguto e agile vaudeville in cui circola quasi un’aria parigina, ma dove sono presenti anche dei veleni propri alle atmosfere della città moderna. Il tema centrale è del giovane di relativamente agiata famiglia rustica che viene in città a cercarsi un altro destino, ma che non riesce, per indolenza e lentezza di indole, se non a indebitarsi col padrone di casa e a vivere di espedienti e di dolce far niente. A questo punto inizia la commedia, con l’ingresso in scena di un signore, ricco e supponente proprietario di case, che viene a proporre al protagonista, Felice Sciosciammocca e al suo servo Pulcinella, plebeamente e sanguignamente irridente ai tic e  alle presunzioni del parvenu entrato di sua iniziativa in casa, di dargli in fitto gratuitamente per un po’ di mesi un appartamento: con la presenza del giovane e del suo servo il signor proprietario vuole sfatare la leggenda che la casa sarebbe abitata da spiriti.

L’inattesa proposta destabilizza i calcoli e il linguaggio stesso del protagonista, che si difende a suo modo con ammiccamenti e pastiches linguistici. In realtà, dietro i gesti e le parole dei personaggi, si muove un’azione che li sovrasta: è la città che entra nella vita quotidiana e ne sconvolge l’ordinarietà e la privatezza. È l’arroganza della ricchezza che si accampa centrale e ineludibile come l’argomento con cui tutti devono fare i conti. L’interno familiare ne viene sconvolto: esso finisce per non appartenere più a chi ha il titolo legittimo di gestirlo secondo sue misure e suoi ritmi. La città, infine, trionfa definitivamente, come risolutiva di ogni nodo, nella scena delle “statue movibili”, che qui vengono chiamate in cause ed esibite come espedienti d’inganno, ma che non pertanto perdono la suggestività simbolica di sortilegio moderno, col quale Petito si misurerà anche in altri lavori della sua ultima e lievitante stagione, come ad esempio “Tre banche a ‘o treciento pe mille… Na lotteria arfabeteca” e soprattutto “I quadri plastici” e “Il barraccone delle marionette meccaniche”. Qui lo sgrammaticato e artigianale Petito fa dialogare Napoli con l’Europa e la modernità. Lo spettacolo, presentato da Teatri Associati di Napoli e Le Nuvole, vede il progetto scenico di Martina Pagano e Tonino Di Ronza, le musiche di Niko Mucci e Luca Toller ed i costumi di Annamaria Morelli.