GENOVA. «Non voglio scudare quel denaro». È quanto risulta da un’intercettazione ambientale, attraverso le cimici piazzate nell’ufficio del commercialista Andrea Vallebuona, che è inclusa nel fascicolo che vede indagato il cantautore Gino Paoli con l’accusa di aver evaso il fisco italiano per circa 800mila euro per aver trasferito due milioni di euro ricevuti “al nero” in una banca svizzera. Lunedì, nel pomeriggio, Paoli sarà interrogato probabilmente nella sede della Guardia di finanza e oggi comunicherà se intende lasciare la presidenza della Siae. Intanto gli investigatori continuano a lavorare sulle carte sequestrate in casa di Gino Paoli e nella sede delle società a lui riconducibili.