MILANO. Un macchinista e un capotreno sono stati aggrediti ieri sera, poco prima delle 22, a colpi di machete su un treno proveniente dal sito di Expo alla fermata di Villapizzone, periferia di Milano, da un gruppo di giovani stranieri, forse sudamericani che, stando ai primi accertamenti, non avrebbero voluto mostrare il biglietto. Due giovani sono stati fermati nella notte dalla polizia dopo l'aggressione. I due sarebbero sospettati di appartenere a una gang di latinos. La posizione dei due deve essere ancora approfondita. I fermati si trovano da questa notte in Questura a Milano.

Il capotreno è stato ricoverato all’ospedale Niguarda in gravi condizioni. «Il paziente C. D. aveva una lesione grave da fendente al braccio sinistro, lesione che ha portato a una sub-amputazione, si è cercato qui di recuperare la funzionalità del braccio; la prognosi verrà sciolta nei prossimi giorni», si legge nel primo bollettino medico.

L'intervento «è durato dalle 23.40 di giovedì 11 giugno alle 6.30 di oggi, 12 giugno. L'equipe ha visto la collaborazione di più specialisti: un chirurgo generale, un chirurgo vascolare, un chirurgo plastico e un chirurgo ortopedico». Coinvolto nella folle reazione del gruppo anche un macchinista, che ha subito un trauma cranico.

Secondo una prima ricostruzione della Polizia ferroviaria, il capotreno avrebbe chiesto i biglietti ai passeggeri a Villapizzone. Tra questi c'era il gruppetto di giovani che si sono rifiutati di mostrare il titolo di viaggio. In base a una testimonianza, dopo qualche parola, uno dei giovani avrebbe estratto un machete da una borsa e avrebbe colpito al braccio il controllore.

Un ferroviere, in quel momento libero dal servizio, intervenuto in aiuto del capotreno, è stato colpito alla testa anche se non è stato ancora stabilito con quale oggetto. Gli investigatori stanno ora analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza installate lungo il passante ferroviario. Degli assalitori non c’è traccia.

Ferrovie dello Stato, in una nota in cui condanna «fermamente» l'aggressione, rilancia l'allarme sicurezza per gli operatori del settore e per i passeggeri. «Qualora si constatasse l'assenza dei requisiti minimi di sicurezza, Ferrovie dello Stato avrebbero difficoltà a garantire il servizio in alcuni orari: l'incolumità dei clienti e dei dipendenti, che ogni giorno lavorano sugli oltre 6mila convogli in tutto il territorio nazionale, non può essere messa a repentaglio».

L'aggressione di ieri sera a Milano «è l'ennesimo episodio, questa volta particolarmente grave» dei rischi che corre il personale in servizio sui treni "ormai trasformato in vittima inerme di questi atti di violenza». A questo proposito le Ferrovie dello Stato «chiedono l'intervento delle Istituzioni e una maggiore presenza delle forze dell'ordine per arginare un problema grave» di sicurezza tanto dei viaggiatori che del personale in servizio e annunciano la volontà di mettere in atto «con la collaborazione delle organizzazioni sindacali, tutte le azioni possibili per arginare e contrastare il fenomeno a tutela della sicurezza» di tutti.

«Siamo sconvolti per quello che è successo questa notte. Il livello di insicurezza è troppo alto. Vogliamo il presidio dei militari in tutte le stazioni e sui treni forze dell'ordine armate, formate e pronte anche a sparare», ha detto l'assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Alessandro Sorte che, insieme all'amministratore delegato di Trenord, Cinzia Farisè, ha seguito da subito il gravissimo episodio.

Per il Codacons si tratta di «un episodio grave che dimostra come in Italia ci si trovi di fronte ad una vera e propria emergenza gang». «Chiediamo di dotare i treni italiani a maggiore rischio di agenti delle forze dell'ordine che svolgano attività di controllo anche in borghese e a campione, in modo da garantire l'incolumità di passeggeri e dipendenti, aumentare il livello di sicurezza e svolgere funzione deterrente contro atti di violenza come quello di ieri», afferma il presidente Codacons, Carlo Rienzi.