ROMA. Pazienti in barella nei corridoi affollati dei pronto soccorso, attese di ore e giorni per un posto letto, medici e operatori sanitari sottoposti a turni massacranti. È la fotografia ricorrente dei dipartimenti di emergenza e urgenza degli ospedali italiani soprattutto nei periodi 'caldi', come il picco dell'influenza invernale. Nel nostro Paese ci sono 844 pronto soccorso, in cui lavorano 12mila medici e 25mila infermieri. Ogni anno gli accessi sono circa 24 mln: 2 mln al mese, 67 mila al giorno, 2.800 l'ora e quasi uno ogni secondo. «Questo sistema è ormai in uno stato di grave difficoltà strutturale che è stato evidente all'inizio del 2015 quando i pronto soccorso hanno affrontato l'epidemia influenzale e il sistema dell'emergenza è andato in crisi - avverte la Societa italiana medicina emergenza-urgenza (Simeu) - Per contrastare il ripetersi di questi episodi serve introdurre un Piano di gestione del sovraffollamento».

La Simeu ha lanciato oggi a Roma, dall'ospedale S.Giovanni, la seconda edizione della settimana nazionale del pronto soccorso dal 16 al 24 maggio. Nelle principali città italiane verranno organizzati incontri con i cittadini e simulazioni di attività cliniche in pubblico per spiegare meglio le dinamiche dell'emergenza sanitaria e ascoltare le esigenze dei pazienti. Quest'anno la Simeu ha trovato un alleato nel Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanza attiva. «Ogni ospedale italiano dispone di un Peimaf (Piano di emergenza interno per massiccio afflusso di feriti), quasi nessuno di un Pgs per il sovraffollamento - afferma Gian Alfonso Cibinel, presidente della Simeu - eppure il massiccio afflusso di feriti è un evento raro e non prevedibile mentre il sovraffollamento dei pronto soccorso si ripete regolarmente tutti gli inverni. Serve un'organizzazione preventiva per ottenere un sistema più efficace ed efficiente. Alcune Regioni come la Lombardia e il Piemonte hanno prodotto delibere e linee guida che vincolano o invitano le aziende a elaborare i Pgs, ma è necessario passare dalle indicazioni alle risposte concrete».