"Però qualche messaggio gli va dato forte". Questo uno dei passaggi delle intercettazioni dell'ex ministro Luca Lotti per il caso procure, contenute nell'atto di incolpazione con cui il procuratore generale della Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio, ha avviato l'azione disciplinare a carico dei 5 consiglieri del Csm. Il riferimento di Lotti è al vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini, durante la riunione del 9 maggio scorso alla quale hanno partecipato con lui Cosimo Ferri, Luca Palamara e i consiglieri del Csm. Le intercettazioni sono contenute nell'atto di incolpazione con cui il procuratore generale della Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio, ha avviato l'azione disciplinare a carico dei 5 consiglieri del Csm. In una delle intercettazioni, uno dei cinque consiglieri destinatari dell'azione disciplinare - Corrado Cartoni - diceva a Palamara: "Ho problemi con Ermini, ci ho litigato".

Secondo quanto si legge nell'atto di incolpazione, "appare di cristallina evidenza" la "non casualità" della riunione del 9 maggio tra magistrati e politici per discutere della nomina del capo della procura di Roma, e la "preventiva sicura consapevolezza, in capo a tutti i consiglieri presenti della presenza di Luca Lotti".

Per il procuratore generale della Cassazione Fuzio, la riunione sarebbe stata "perfettamente programmata" e ciascuno dei componenti "sapeva esattamente e preventivamente chi sarebbe intervenuto e di cosa si sarebbe discusso". E in tale riunione "furono stabiliti accordi e 'deliberati' in dettaglio strategie, modalità e tempi della pratica inerente la nomina del futuro procuratore della Repubblica di Roma".

Il comportamento dei consiglieri "appare certamente idoneo a influenzare in maniera occulta l'attività funzionale dell'Organo di autogoverno, in ragione del dirimente rilievo che, alla programmata riunione in questione, sono stati non solo invitati soggetti completamente estranei all'attività consiliare ma, di più - rileva ancora il pg - ne è stato accettato e recepito il contributo consultivo, organizzativo e decisorio anche in relazione a una pratica (nomina del procuratore della Repubblica di Roma), di diretto e diverso interesse personale per almeno due di essi".

LE AZIONI DISCIPLINARI - Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede ha firmato stamane la richiesta di procedura disciplinare nei confronti dei consiglieri del Csm già autosospesi Corrado Cartoni e Paolo Criscuoli, oltre che nei confronti dei già dimessi Luigi Spina, Gianluigi Morlini e Antonio Lepre, che dopo essersi autosospeso nei giorni scorsi, si è dimesso stamane dal Csm.

"Il Guardasigilli, condividendo a pieno il provvedimento del procuratore generale della Corte di Cassazione, ha avanzato ulteriori contestazioni - si legge in una nota - e continua a muoversi nel solco di quella compattezza delle istituzioni che ha promosso fin dall’inizio della vicenda che sta investendo il Csm".

"Il ministero ha valutato che poteva esserci una fattispecie in più di contestazione relativa alla scorrettezza che, secondo noi, si può contestare rispetto agli stessi fatti che ha valutato la Procura generale". Ha poi sottolineato Bonafede, illustrando le ragioni della richiesta di procedura disciplinare. "Il principio - ha detto - è che la Procura generale e il Ministero della Giustizia stanno lavorando praticamente all'unisono, perché entrambi questi organi hanno la possibilità di avviare la procedura disciplinare. Ieri era stata avviata dalla Procura, il Ministero ha valutato che poteva esserci una fattispecie in più di contestazione che è relativa alla scorrettezza che, secondo noi, si può contestare rispetto agli stessi fatti che ha valutato la Procura generale. Questo poi verrà valutato è verificato nel dettaglio".

LEPRE SI DIMETTE - ''Respingo con fermezza ogni paragone o accostamento a chi si è reso responsabile di attività illecite o trame occulte e sottolineo di aver sempre agito nell’interesse dell’Istituzione, tentando di realizzare, fin dall’inizio del mio impegno consiliare, quanto promesso in campagna elettorale''. Lo sottolinea il consigliere del Csm Antonio Lepre, nella lettera in cui annuncia le sue dimissioni al vicepresidente del Csm David Ermini.

FORZA ITALIA: "CSM VA SCIOLTO" - Forza Italia chiede intanto lo scioglimento del Csm. ''I gravi elementi che stanno emergendo in ordine al funzionamento e alla formazione del Csm -si legge in una nota diffusa alla stampa mentre è in corso il Comitato di presidenza di Fi a palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi- conferiscono un’immagine fortemente negativa ad un organo di rilievo costituzionale dalle funzioni delicatissime. Questo conferma in modo clamoroso quello che Forza Italia denuncia da anni: la politicizzazione e il correntismo all’interno dell’ordine giudiziario hanno condizionato e condizionano pesantemente l’attività di giurisdizione a tutti i livelli, svilendo il lavoro prezioso che tanti magistrati onesti e corretti svolgono ogni giorno lontano dai riflettori nell’interesse esclusivo della collettività".

"Si impone dunque -avverte la nota- una riforma profonda dell’ordinamento giudiziario, i cui criteri abbiamo più volte enunciato, per garantire l’imparzialità dei giudici ela parità di condizioni fra accusa e difesa che realizzino finalmente 'il giusto processo'. Nelle more, l’attuale Csm è gravato da ombre troppo serie per poter svolgerela sua funzione con la necessaria autorevolezza e imparzialità. Ci rivolgiamo dunque al capo dello Stato, massimo garante delle regole democratiche, con un rispettoso ma accorato appello affinchè proceda al più presto allo scioglimento del Csm''.

"Nello stesso tempo sosterremo con forza in sede parlamentare la proposta di una Commissione di inchiesta su quanto è accaduto e sta accadendo nel Consiglio Superiore. Chiederemo nei prossimi giorni al presidente della Repubblica un’udienza per manifestargli, anche proprio nella sua qualità di presidente del Csm, le nostre preoccupazioni e l’urgenza di un intervento all’altezza della gravità della situazione", conclude la nota.

Sul caso interviene anche Silvio Berlusconi: "La situazione attuale impone una profonda riforma dell'ordinamento giudiziario" e "noi di Forza Italia chiederemo udienza al Capo dello Stato Mattarella" per esporre le nostre preoccupazioni e ottenere lo "scioglimento del Csm. Chiederemo anche una commissione di inchiesta in Parlamento", annuncia Berlusconi al termine del Comitato di presidenza di Forza Italia a Palazzo Grazioli.