NAPOLI. I centri di riabilitazione in rivolta sotto Palazzo Santa Lucia. La materia del contendere è sempre il decreto 108 dell’ottobre 2014 in cui, secondo i manifestanti, non viene previsto l’adeguamento delle tariffe dei centri per disabili, né la loro riconversione. Al contario, dicono «vengono previsti tagli per 1530 posti nei semiconvitti per disabili mentali». Una sforbiciata che rischia di incidere sui livelli occupazionali, con perdite di posti di lavoro e conseguente riduzione dei servizi per i disabili e le famiglie. Tra i circa 2mila manifestanti, anche  Toni Nocchetti, presidente dell’associazione “Tutti a scuola”. «A fronte di risparmi per le casse regionali di circa 42 milioni di euro - dice - ci sarà una penalizzazione per i disabili, le loro famiglie e i centri». In tal senso, oggi ci potrebbe essere un incontro sulla questione. Da Palazzo Santa Lucia, però, arriva immediata la replica. «In relazione alla manifestazione promossa dall’Aias, rappresentativa di pochi centri di riabilitazione, sono opportuni alcuni chiarimenti. Detti centri, che rappresentano una piccola percentuale delle circa 150 strutture accreditate dalla Regione, sono concentrati nelle ASL Napoli 1 e Napoli 3 Sud. In queste Aziende si è riscontrata un’anomala concentrazione di talune prestazioni riabilitative in eccesso, fino a un livello del 70% superiore rispetto ai fabbisogni stabiliti dal ministero della Salute. Nelle altre Asl non esiste un analogo fenomeno». E ancora: «Sul punto la Regione ha deciso di attivare gli opportuni controlli e verifiche, utilizzando le misure previste dal Protocollo di collaborazione con la Guardia di Finanza, per verificare l’appropriatezza delle prestazioni riabilitative rese nelle strutture extraospedaliere private accreditate presso le predette Asl».