NAPOLI. Canoni da poche centinaia di euro al mese per immobili che invece hanno un altissimo valore economico sul mercato fino a sfiorare canoni di 2mila euro. Soldi che dovrebbero entrare nelle casse dello Stato, in alcuni casi della Sovrintendenza ai beni artistici e culturali della Campania, in altri del comune di Napoli e della Regione, enti che invece continuano, incuranti, a perdere migliaia e migliaia di euro. La Corte dei Conti della Campania, coordinata dal presidente Michael Sciascia e dal procuratore Michele Oricchio, nel primo giorno del nuovo anno giudiziario ha istruito un fascicolo di indagine su 18 immobili dello Stato, che dai primi accertamenti eseguiti dai militari del nucleo di polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli, generano perdite per mancate acquisizioni dei «giusti» canoni mensili di oltre 20mila euro che moltiplicati per un anno fanno 240mila euro. Una nuova «affittopoli» in chiave napoletana si profila all’orizzonte e potrebbe coinvolgere non solo gli «eccellenti» affittuari che da una prima verifica risulta che paghino, in alcuni casi, meno di 200 euro al mese, ma anche dirigenti e vertici degli enti che invece per quei beni dati in affitto dovevano fare profitto e non lo fanno, provocando danni erariali che potrebbero presto essere riscontrati dalla procura contabile con inviti a dedurre, che equivalgono ad avvisi di garanzia. Si partirà con acquisizioni di dati documentali: contratti di locazione e verifiche al catasto della titolarità effettiva dei beni. Le attività riguarderanno almeno dieci immobili che sono a Palazzo Reale, tre invece alla villa Floridiana al Vomero e cinque in Villa Pignatelli alla Riviera di Chiaia.