NAPOLI. «Mani, manine e manone su Bagnoli». Il sindaco Luigi de Magistris si scatena su Facebook e torna ad attaccare il premier Matteo Renzi: «È un anno che ci tiene bloccati. Ora siamo all’epilogo, vuole nominare il commissario. Ma noi lo fermeremo». E lancia il guanto di sfida: «Siamo pronti a fare noi la nuova Bagnoli: il Comune assieme ai cittadini. La Regione potrebbe sostenerci economicamente».
Al rush finale, insomma, l’ex pm, prova a giocare d’anticipo ed a spiazzare il Governo, che pare pronto a chiudere la partita entro la prossima settimana con la nomina del commissario. Tra i nomi circolati nelle ultime settimane, quelli di Salvatore Nastasi e di Ivano Russo. I correttivi allo Sblocca-Italia inseriti nel decreto Enti Locali, con l’individuazione della stazione appaltante nell’agenzia governativa Invitalia e l’apertura ai privati, hanno dato l’accelerata alla questione. 
Ma il primo cittadino non ci sta ed è pronto a dar battaglia sia politica che legale fino all’ultimo, forte anche dell’appoggio che pare provenire dal neo-governatore Vincenzo De Luca, che non ha esitato a definire «demenziale» la norma su Bagnoli, criticando, in particolare, l’assenza di remunerazione per chi rivestirà l’incarico di commissario. 
E, allora, ci pensa de Magistris, con un lungo post sul suo profilo Facebook, a ripercorrere le tappe che hanno portato alla rottura dei rapporti tra il Comune ed il Governo sul caso Bagnoli. 

«BAGNOLIFUTURA, FALLIMENTO “CURIOSO”». «Mettemmo anche un magistrato perbene – racconta il sindaco, riferendosi all’ex presidente della Stu, Omero Ambrogi – per aiutarci ad affrontare la gravissima situazione con cui ci hanno consegnato l’ex area Italsider 4 anni fa. Delibera sulla spiaggia pubblica, recupero della linea di costa, rimozione colmata, piano bonifiche, rilancio di verde, economia e lavoro, archeologia industriale, un duro lavoro, tra mille ostacoli. Mentre si stava per svoltare ecco l’incendio di Città della Scienza, senza colpevoli, sequestri, fallimenti curiosi». 

«CHI HA INQUINATO PAGHI». «Il 3 dicembre 2013 – ricorda l’ex pm -: emetto ordinanza, senza precedenti, con cui ordino a chi ha inquinato di pagare e risarcire. Centinaia di milioni di euro. I responsabili? Lo Stato e gruppi privati assai influenti. Scricchiolano equilibri». 

«IL PATTO VIOLATO: UNA “RENZIATA”». «Renzi firma protocollo per bonifiche e riqualificazione con Comune e Regione il 14 agosto 2014 – prosegue il sindaco -. In realtà, una “Renziata”. Pochi giorni dopo, violando l'accordo, Renzi non dà le risorse per cui si era impegnato, approva lo Sblocca Italia e commissaria Bagnoli. Mette in atto, con violenza di Stato, l’esproprio di un quarto della città. Fa fuori il Comune, la città, mette dentro poteri forti, anche coloro che sono tra i responsabili del massacro delle terre di Bagnoli. È evidente l’operazione, vogliono mani libere, senza ostacoli di giustizia». 
«IL COMUNE SI RIBELLA». «Scatta la reazione della Napoli dalle mani pulite – commenta de Magistris -. È un anno che Renzi ci tiene bloccati. Nel frattempo noi siamo andati avanti: abbiamo approvato il piano di riqualificazione e rigenerazione urbana di Bagnoli in giunta e consiglio comunale, dialogato con i cittadini, partecipato ad assemblee popolari accese e belle». 

«SIAMO ALL’EPILOGO». «Nelle prossime ore – incalza l’ex pm - Renzi pensa di chiudere la partita con la nomina del commissario, espropriando Napoli e i napoletani, relegando il Comune a mero organo consultivo nell’ambito di quello che deciderà, nelle segrete stanze, sua maestà manona commissario. Noi non consentiremo a nessuno di mettere le mani sulla città. È la nostra storia. Le uniche mani su Bagnoli saranno quelle dei napoletani e di tutti gli abitanti del mondo con i quali realizzeremo la nuova Bagnoli». 
«BAGNOLI LA FACCIAMO NOI: COMUNE E REGIONE». «Ecco – conclude il sindaco -, proviamo a questo punto a farla noi: Comune, abitanti, studenti, operai, impiegati, disoccupati, contadini, precari, intellettuali, imprenditori, costruttori, persone di buona volontà. Facciamo una cosa che non si è mai fatta. Costruiamo noi, in autogoverno, Bagnoli, con un grande movimento di popolo formato da tutti quelli che sono contro il Sistema. Ci sosterremo economicamente con un piano di mobilitazione popolare. Senza manine, senza cricche, senza speculatori, senza mafie, senza corruzione. È difficilissimo, sembra impossibile, ma proviamoci. Sfidiamo la Regione, potrebbe sostenerci anche economicamente. Bagnoli è Napoli in primo luogo, poi è Sud, è Mediterraneo, è Italia. Questa può essere una grande azione popolare autogestita dal basso contro la logica mafiosa dello Sblocca Italia. Io sono pronto, come sempre, a sporcarmi le mani contro manine e manone».