Condannati dalla Cassazione, in fuga sei ras del rione Villa
Camorra e racket, irreperibili i "padrini" di Napoli Est: tra loro il fratello del boss Rinaldi
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Mar 18 Dicembre 2018 13:16
di Luigi Sannino
NAPOLI. Non avevano voglia, e del resto a nessuno farebbe piacere, di trascorrere le festività natalizie dietro le sbarre e si sarebbero dati alla macchia dopo aver saputo della conferma in Cassazione delle condanne a loro carico. Così, dallo scorso fine settimana si sono perse le tracce di ben sei affiliati al clan Rinaldi del rione Villa, coinvolti nell’inchiesta che nel 2011 portò dietro le sbarre 32 esponenti della camorra orientale di Napoli e del centro storico per estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore di Ercolano. Un costruttore, impegnato in lavori importanti a San Giovanni a Teduccio, finito nella morsa di cinque clan e che, esausto per le continue pressioni, si trasformò in detective.
Dunque, sarebbero irreperibili (non latitanti perché è presto per il relativo decreto) Pasquale Rinaldi (fratello del boss Ciro detto “Mauè”); i fratelli Ciro e Sergio Grassia, Raffaele Oliviero “o pop”, Giovanni Nocerino “Celentano” e Raffaele Maddaluno “nzalatella”. Non rispondono di fatti di sangue e quindi il residuo di pena da scontare non è elevato. Ma a ridosso del Natale finire dietro le sbarre è una tortura anche per chi ha già fatto questa esperienza e così è probabile che abbiano posticipato almeno a gennaio l’idea di perdere la libertà. Ovviamente attendevano la decisione della Cassazione e la conferma della condanna non li ha colti di sorpresa, pur sperando in un ribaltamento.
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