«Nei luoghi istituzionali e pubblici ho sottolineato più volte il rischio concreto del contagio criminale e dell'infiltrazione di frange violente e anche criminali che potessero strumentalizzare un forte e crescente disagio sociale». Lo dichiara il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, in un videomessaggio con il quale commenta quanto avvenuto ieri sera a Napoli nei pressi di Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania.

«Viviamo momenti di stanchezza, di fragilità, di depressione e di sconforto - aggiunge de Magistris - e invece mai come in questo momento bisogna essere uniti, forti e coesi. È fondamentale rispettare le regole a tutela della nostra salute e quella degli altri, sempre, anche quando si manifesta in maniera pacifica e non violenta il dissenso di fronte a provvedimenti e situazioni che destano allarme e preoccupazione».

«È stata una notte buia per la nostra città e per i napoletani, una notte di tristezza, di amarezza e piena di pensieri». Così il sindaco commenta quanto avvenuto ieri sera a Napoli e «le immagini di Santa Lucia attraversata dalla violenza». De Magistris ribadisce che «non è questa la Napoli della resistenza, la Napoli non violenta e della cultura democratica. Da tempo però vado sostenendo nelle sedi istituzionali e nei momenti pubblici quanto sia preoccupato profondamente per la pandemia sociale, economica e del lavoro conseguente alla pandemia sanitaria».

«È necessario che, qualora ci dovesse essere un imminente lockdown, si mettano in campo tutte le misure per sostenere il profondo disagio economico e lavorativo delle nostre comunità». «Ovviamente - aggiunge de Magistris - anche noi come sempre faremo fino in fondo la nostra parte. Vinceremo, Napoli ha dimostrato nella sua storia di resistere e vincere. Quando la storia bussa alle porte di Napoli il popolo napoletano sa dove andare, quindi si respinge sempre la violenza, di ogni forma». 

De Magistris conclude esprimendo la sua «solidarietà a tutte le persone che stanotte sono rimaste vittime della violenza, a cominciare dagli operatori dell'informazione».