GRAGNANO. Bombe carta e aggressioni, telefonate di minacce di morte e la truffa con abiti da carabinieri. Le hanno tentate tutte due coppie di coniugi per spillare 115mila euro a un imprenditore, truffandolo e spaventandolo per due anni di seguito. Questa mattina, i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia, insieme con i militari della stazione di Gragnano, hanno eseguito 3 arresti domiciliari - con provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Torre Annunziata -  a carico dei coniugi Aniello Rea di 47 anni e Antonietta Rosanova, di 44 anni, entrambi residenti a Gragnano, e, nei confronti di Francesco Tammaro Squillante di 60 anni, residente a Sarno.
Contestualmente. La moglie di Tammaro, Raffaella Annunziata, di 43 anni, residente a Sarno, è stata sottoposta all'obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria.
Le indagini sui quattro malviventi condotte tra il 2012 e il 2014, dai carabinieri di Gragnano, hanno ricosruito le tecniche di esorsione e di truffa ai danni di un imprenditore del settore alimentare al quale i protagonisti della storia, per rendersi più credibili, hanno fatto credere di essere affiliati a un clan dell'Agro-nocerino. La vittima è stata vessata per mesi, con telefonate anonime e minacce di morte, alle quali sono stati fatti seguire due attentati intimidatori, con l'esplosione di due bombe carta di notte, davanti all'abitazione della vittima e l'aggressione da parte dii un uomo armato di un coltello.
Poi è arrivata la truffa, per estorcere all'imprenditore la somma complessiva di 115mila euro. Simulando l'avvenuto arresto di alcuni camorristi e presentandosi con uniformi simili a quelli dell'Arma, , hanno indotto la vittima a firmare falsi verbali, facendosi consegnare denaro contante in più fasi.
Quando l'imprenditore, per sopraggiunte difficoltà economiche, ha fatto presente di non poter più sostenere il peso del "pizzo" pagato, gli è stata persino offerta la possibilità di rateizzare i pagamenti.