OTTAVIANO. Centinaia e centinaia di persone, forse un migliaio, per dare l’ultimo saluto a Pasquale Prisco, il 28enne morto nell’ospedale di Sarno nella notte tra mercoledì e giovedì a seguito della rapina al supermercato Eté, che gestiva insieme al fratello. La salma, arrivata ieri mattina alle 12 nella sua abitazione di via Ferrovie dello Stato, ha percorso chilometri e chilometri prima di giungere alla chiesa di San Gennaro che ha ospitato le esequie. Il corteo funebre, formato da una decina di automobili cariche di fiori seguite da quella con la bara e dai familiari, affranti dal dolore ma composti, è passato prima per il vicino supermercato Sant’Antonio, sempre di proprietà dei Prisco, per poi percorrere le vie della frazione ottavianese di San Gennarello scortato da tantissime persone: familiari, amici, conoscenti, ma anche semplici cittadini. Numerosi, poi, quanti hanno atteso il passaggio della salma lungo le strade, completamente rivestite da manifesti funebri e bloccate nell’attesa. Zii e cugini, nipoti, amici, proprietari di panifici, vivai, supermercati e loro dipendenti, scuole e tante persone con nomi ma senza qualifica: portare il conto di quanti hanno voluto salutare il giovane imprenditore attraverso i manifesti del lutto è difficile. Arrivato in piazza San Gennarello, gremita, il corteo è stato salutato da un lungo e commosso applauso, non prima che arrivassero alla famiglia le condoglianze dei rappresentanti delle forze dell’ordine presenti. «La morte improvvisa di Pasquale e le circostanze che l’hanno provocata hanno colpito al cuore l’intera comunità, che si riunisce oggi in questo abbraccio che ci rende un’unica, grande famiglia. Le lacrime che segnano i nostri volti sono normali perché manifestano il nostro sentimento e il nostro dolore, ma affinché questa morte non ci appaia insensata dobbiamo affidarci a Dio»: queste le parole di don Raffaele Rianna nel corso dell’omelia di commiato, preceduta delle parole del sindaco di Ottaviano, Luca Capasso. «Io sono qui come amico della famiglia Prisco e di Pasquale, un giovane figlio di questa terra e un sole per questa città, un ragazzo che si alzava ogni mattina alle 4 per andare a lavorare. Il mio pensiero va alle sue tre bimbe e al resto dei familiari» ha detto Capasso con la voce rotta dall’emozione. A conclusione della celebrazione le parole di Angelo Prisco, padre della vittima, che ha ringraziato tutti quelli che con la loro presenza hanno testimoniato vicinanza e sostegno alla famiglia ma soprattutto lui, suo figlio Pasquale. Nel frattempo l’attività investigativa va avanti senza sosta. L’autopsia, eseguita lunedì mattina, ha dato il suo primo, importante responso: Pasquale Prisco è morto perché colpito da un solo proiettile e non da tre come inizialmente era stato ipotizzato. Un unico colpo, dunque, che però è entrato e uscito dal corpo, distruggendo il fegato, lesionando anche altri organi interni e portandogli via la vita. A sparare, questa l’altra novità, per la procura non sarebbe stato solo Nicchetto, ma anche il suo collega Vitale.