Vasto, la protesta parte dagli immigrati
Il neonato comitato di extracomunitari passa all'azione con un manifesto sulle regole del vivere civile
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Sab 26 Mag 2018 19:05
di Ranieri Giova
NAPOLI. I diritti al decoro e alla sicurezza non appartengono a nessun colore politico, a nessuna razza e a nessuna religione. Dopo anni di demagogia che condannava le battaglie di civiltà dei residenti di Porta Nolana e del Vasto, unici in città ad aver dimostrato accoglienza anche oltre ogni limite consentito dalla legge, finalmente la protesta viene legittimata non dal Comune, non dalla Prefettura, non dagli intellettuali, ma da un comitato di immigrati che si unisce alla protesta dei residenti. Già in prima linea nella marcia pacifica dello scorso 17 maggio il comitato si organizza e si fa promotore di iniziative proprie per combattere la violenza, la sporcizia e il degrado che imperversano nelle strade intorno a piazza Garibaldi. Per le vie del Vasto, infatti, sono stati affissi dei manifesti che puntano a sensibilizzare i cittadini nel rispetto di alcune regole minime di civiltà. «Emergenza. Per una città pulita e accogliente, siamo responsabili. È assolutamente vietato: gettare rifiuti in strada, urinare a bordo strada, consumare bibite alcoliche davanti agli esercizi commerciali, radunarsi rumorosamente davanti agli esercizi commerciali, fumare e consumare sostanze stupefacenti». È questo il messaggio inequivocabile firmato “Comitato immigrati”, tradotto anche in lingua francese e inglese, in modo da essere compreso da tutti. Guarda caso il testo affisso al muro elenca parte delle lamentele che i cittadini di Porta Nolana e Vasto da anni sottopongono alle autorità competenti, senza ricevere le adeguate risposte e talvolta accusati anche di razzismo. I dispositivi sicurezza nati negli ultimi giorni, grazie anche al particolare interessamento dell'assessore comunale Alessandra Clemente, sono utili ma hanno una missione esclusivamente repressiva. I rom e i violenti sono cacciati da un marciapiede ma si riposizionano su quello accanto, quindi gli interventi non rappresentano una soluzione al problema. Quella che ad oggi manca è una programmazione politica sulle soluzioni radicali ai problemi denunciati. Via i Cas della stazione, stroncare il “traffico” dei vestiti usati partendo dalla raccolta fino allo stoccaggio in aree nascoste, eliminare i cassonetti degli indumenti vecchi dalle strade visto che sono totalmente saccheggiati dai rom, un autocompattatore per distruggere la merce, una zona di libero scambio e un dispositivo che vieti la vendita degli alcolici dopo una certa ora. Sono queste solo alcune proposte che i residenti e i comitati civici avanzano al Comune e alla Prefettura per tentare di risolvere definitivamente il problema.
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