ROMA. Non convince il Jobs Act. A poco meno di due mesi dall'entrata in vigore il contratto non fa registrare alcun innalzamento dell'occupazione nonostante il |Governo sbandieri che nel solo mese di marzo ci sono state 92mila nuovi assunti. L'Istat smentisce. Il Jobs Act, che di fatto cancella le prerogative e le tutele dell'articolo 18, non ha fatto da traino alla ripresa. Anzi, proprio a marzo i senza lavoro sono tornati a crescere di 0,2 punti percentuali fino a toccare quota 13%. 

A preoccupare è soprattutto il calo degli occupati. A marzo infatti  i lavoratori sono ancora diminuiti dello 0,3%, con 59mila unità in meno rispetto a febbraio. E sempre l'Istat comunica, seppure nei dati provvisori, che l'occupazione ad aprile è ancora in calo con 70 mila unità in meno. Il tasso di occupazione scende al 55,5%. Negativo anche il dato della disoccupazione giovanile che risale al 43%. A marzo le persone in cerca di occupazione sono 3,302 milioni, in aumento dell'1,6% da febbraio. Nello stesso mese gli occupati sono 22,195 milioni, in calo dello 0,3% su base mensile, stabile a 25,497 milioni la forza lavoro.

Controtendenza di Eurozona dove si  ferma il calo del tasso di disoccupazione. Secondo Eurostat a marzo è dell'11,3%, lo stesso dato di febbraio, mentre un anno fa era all'11,7%. I tassi di disoccupazione più bassi sono quelli di Germania (4,7%), Gran Bretagna (5,5% a gennaio 2015) e Austria (5,6%), mentre i più elevati sono in Grecia (25,7% a gennaio 2015), Spagna (23%) e Ungheria (18,2%).