Più di mille case tra Roma e Napoli, altre 535 a Milano. E poi 644 a Brescia, 808 a Palermo, 425 a Taranto e 406 a Frosinone. Sono le province, dove si conta il numero maggiore di case all'asta a prezzi stracciati: al di sotto dei 100mila euro. In Italia, calcola il Centro Studi Sogeea nel suo rapporto semestrale, le procedure in corso sono quasi 23mila, 22.969 in leggero calo comunque rispetto alle 33.304, rilevate lo scorso gennaio. Poco meno di un quinto degli immobili, oggetto dello studio, pari a 4.438 unità, è localizzato in Lombardia, che mantiene come sempre il primato in Italia e che è una delle tre regioni con una percentuale a due cifre in rapporto al totale nazionale. A seguire la Sicilia con 3.875 abitazioni all'asta e Lazio a quota 2.578. Sforano il tetto di 2mila abitazioni all'asta anche la Campania e il Piemonte, seguite da Toscana e Puglia che superano il migliaio. "E' la fascia di reddito medio-bassa a pagare il tributo più rilevante alla crisi decennale attraversata dal Paese" fa notare l'ingegner Sandro Simoncini, presidente di Sogeea e direttore del Centro Studi, aggiungendo che "il 66% delle case in vendita ha un prezzo inferiore ai 100.000 euro, quota che sale addirittura fino all'88% se si prendono in esame anche gli immobili appartenenti alla fascia tra 100.000 e 200.000 euro". Nella stragrande maggioranza dei casi, insomma, non si tratta certo di abitazioni di particolare pregio. "Tanti impiegati, piccoli imprenditori, artigiani, commercianti - fa notare Simoncini -, per anni capaci di fare fronte alle crescenti difficoltà, sul lungo periodo si sono trovati a pagare un conto salatissimo, arrivando a intaccare anche il patrimonio più prezioso: la prima casa".