Non ci sarà nessuna trattativa sulla bozza di accordo presentato dal governo per la cessione dell'Ilva ad Am InvestCo. Il ministro dello sviluppo Economico, Carlo Calenda, infatti, davanti a un fronte sindacale spaccato, e ai dubbi sulla legittimità dell’operato di un esecutivo dimissionario da parte di alcune organizzazioni, ha ritenuto "che non ci fossero le condizioni per andare avanti", interrompendo di fatto la trattativa. E' questa la conclusione secondo la ricostruzione dei sindacati del confronto di oggi al Mise che aveva come obiettivo la ripartenza del confronto tra Mittal e Fim, Fiom, Uilm, Ugl e Usb.

"I sindacati hanno deciso di non aderire alle linee guida dell'accordo proposto. Il governo ritiene di aver messo in campo ogni possibile azione e strumento per salvaguardare l'occupazione, gli investimenti ambientali e produttivi anche attraverso un enorme ammontare di risorse pubbliche" ha dichiarato Calenda, ricordando come fino ad oggi il governo abbia finanziato l’Ilva in amministrazione straordinaria con circa 900 milioni di euro e come l'offerta di Mittal preveda investimenti per 2,4 miliardi a cui si aggiungono 1,8 miliardi di prezzo “che servono anche a rimborsare lo Stato e l'indotto”. A questo punto, dunque, ha aggiunto Calenda, “il dossier passa al nuovo governo”.