Josha Boyle, il canadese liberato nei giorni scorsi dalle forze pakistane sul confine con l'Afghanistan dove è stato tenuto in ostaggio insieme alla moglie e 3 figli per cinque anni, ha raccontato che i suoi rapitori hanno "assassinato la mia figlia neonata" e violentato la moglie, la cittadina americana Caitlan Coleman.

"Ora è estremamente importante per la mia famiglia poter costruire un rifugio sicuro che i nostri tre figli possano chiamare casa" ha dichiarato Boyle ai giornalisti subito dopo l'arrivo all'aeroporto di Toronto. "La stupidità e la malvagità mostrata dal gruppo di Haqqani nel rapire un pellegrino è stata superata dalla stupidità e malvagità nell'autorizzare l'assassinio di mia figlia neonata", ha aggiunto leggendo una dichiarazione.

Ha poi parlato dello "stupro di mia moglie, che non è stata un'azione isolata" ma condotta "sotto supervisione di un comandante". Boyle ha detto ancora che i crimini condotti contro la sua famiglia sono stati poi oggetto di un'indagine da parte dei talebani - che lui ha chiamato 'L'emirato islamico dell'Afghanistan' - che ha determinato la responsabilità della rete di Haqqani. "I talebani hanno assicurato alla mia famiglia la giustizia che si meritava", ha detto ancora, senza fornire ulteriori dettagli.