Uno scontro a tutto campo su politica estera, razzismo, sessismo, lavoro e terrorismo: nel primo dibattito televisivo, Donald Trump e Hillary Clinton non hanno risparmiato toni duri l'uno contro l'altro, con il primo inizialmente più sicuro quando si è parlato di commercio e lotta al crimine, ma poi costretto sulla difensiva quando si è parlato di politica estera (Fotogallery).

"Dovete giudicarci - ha detto la Clinton rivolta agli elettori - Chi può affrontare le immense responsabilità della presidenza?". Una domanda che ha offerto il destro a Trump per dirle che la candidata democratica "non ha la tempra" per farlo.

"Quando avrà viaggiato per 112 paesi e negoziato un accordo di pace, un cessate il fuoco, il rilascio dei dissidenti e passato 11 ore a testimoniare davanti ad una commissione al Congresso, allora mi potrà parlare di energia", ha prontamente replicato la candidata democratica, sottolineando così la sua esperienza come segretario di Stato.

Il duello nella sede della Hofstra University di New York è andato in scena per 90 minuti, durante i quali hanno parlato di temi come l'economia e la sicurezza, fino agli scambi di accuse personali sulla mancata presentazione della dichiarazione dei redditi da parte di Trump e lo scandalo delle mail per la Clinton. "Donald, lei vive in un mondo a parte", ha attaccato l'ex segretario di Stato, accusando il repubblicano di essere pronto a dire "cose folli" pur di essere eletto.

MAILGATE E TASSE - Hillary Clinton ha ribadito di essere convinta che vi sia la Russia dietro i recenti attacchi hacker alla campagna democratica. Ma Donald Trump, che è stato accusato di aver rapporti troppo stretti con Mosca, frena ed afferma che non si può sapere con certezza chi sia stato.

"Nessuno sa se sia stata la Russia a violare il sito dei democratici, potrebbe essere la Russia, ma anche la Cina o qualcuno che pesa 181 chili che passa il suo tempo a letto", ha dichiarato il repubblicano, facendo l'ipotetico ritratto di un hacker. "Questo è un dei metodi preferiti della Russia di cercare di devastare e raccogliere informazioni", ha detto da parte sua Clinton che ha ricordato poi come Trump abbia nei mesi scorsi invitato Mosca a continuare a sostenere l'attività degli hacker.

"Sono rimasta scioccata quando Donald ha pubblicamente invitato Putin a violare con gli hacker i siti americani, questo è inaccettabile", ha affermato la democratica ricordando le "lodi" che si sono scambiati Trump ed il presidente russo.

Clinton ha poi attaccato Trump per non aver ancora pubblicato la sua dichiarazione dei redditi. "Questo è qualcosa che gli americani hanno il diritto di sapere, c'è qualcosa che lui sta nascondendo e noi continuiamo a supporre che cosa sia", ha detto la candidata democratica suggerendo che l'avversario non abbia pagato tutte le tasse dovute. "Questo vuol dire zero per le truppe, zero per i reduci, zero per la scuola e la sanità", ha aggiunto.

"Non si apprende molto dalle dichiarazioni dei redditi", ha affermato Trump difendendo il suo rifiuto di pubblicarle, contravvenendo ad una regola non scritta rispettata da decenni dai candidati presidenziali. E poi ha polemicamente affermato che lui pubblicherà le sue dichiarazioni dei redditi quando Clinton pubblicherà tutte le mail che non sono state diffuse dal dipartimento di Stato relative al famoso 'mailgate'.

Pubblicherò le mie dichiarazioni dei redditi, contro il parere dei miei avvocati, quando lei pubblicherà le sue 33mila mail ancora mancanti", ha detto Trump provocando un nuovo affondo di Clinton.

"Forse non è veramente ricco come dice di essere", ha detto infatti la democratica riprendendo la convinzione di chi, come l'ex candidato alla presidenza repubblicano Mitt Romney, crede che il non voler mostrare uno stato in realtà poco florido del suo business sia la vera ragione del comportamento di Trump.

Il miliardario in effetti non sembra essere molto toccato dall'accusa di non pagare tutte le tasse federali: se facessi così "sarei intelligente", ha detto.

NATO - Trump è poi tornato ad attaccare la Nato, mentre Hillary Clinton ha ribadito quanto le alleanze siano essenziali per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. "Dei 28 Paesi membri della Nato, molti non versano contributi nella giusta misura, e questo mi dà fastidio", ha detto il candidato repubblicano, sostenendo poi che alcuni Paesi alleati degli Stati Uniti, come la Germania e il Giappone, non investano in modo sufficiente nel budget della difesa

"Noi non possiamo essere i poliziotti del mondo", ha affermato ancora Trump che poi ha sostenuto di essere stato contrario alla guerra in Iraq. Ma è stato contraddetto dal moderatore Lester Holt, che gli ha ricordato un'intervista del 2002 in cui il miliardario diceva di sostenere l'attacco all'Iraq ancora prima che iniziasse.

Alla fine del dibattito, il repubblicano si è contraddetto da solo accusando Barack Obama di aver ordinato troppo presto il ritiro dall'Iraq permettendo così l'avanzata dello Stato Islamico e lasciando che "prendessero il petrolio" nei territori occupati in Iraq e Siria. "Ora hanno il petrolio dappertutto", ha aggiunto riferendosi anche ai territori controllati dall'Is in Libia.

TERRORISMO - Donald Trump ha criticato Hillary Clinton per aver pubblicato sul suo sito il piano per combattere lo Stato Islamico, rivelando così la sua strategia al nemico. "Non credo che la cosa sarebbe piaciuta al generale Douglas MacArthur", ha ironizzato il repubblicano riferendosi al comandante delle forze americane durante la Seconda Guerra Mondiale. "Almeno io ho un piano per combattere lo Stato Islamico", è stata la, facile, replica della democratica che ha così suggerito che il famoso piano segreto contro l'Is di Trump sia in effetti inesistente.

"No, tu stai dicendo al nemico tutto quello che intendi fare, non mi stupisco che tu abbia combattuto l'Is tutta la tua vita adulta", ha ribattuto a questo punto Trump che, nella foga del discorso, si è esposto alle critiche dei 'fact checkers', come ha detto, sorridendo, Clinton. Infatti lo Stato Islamico è un'organizzazione terroristica relativamente giovane, quindi è sbagliato affermare che l'ex segretario di Stato lo abbia combattuto per anni.

OBAMA - E a proposito di Obama, per Clinton Donald Trump avrebbe sostenuto "bugie razziste", affermando che il primo presidente afroamericano non è veramente nato negli Stati Uniti: "Trump ha effettivamente iniziato la sua attività politica sulla base della bugia razzista che il nostro primo presidente nero non fosse un cittadino americano. Non vi era nessuna prova, ma lui ha continuato a sostenerlo anno dopo anno", ha detto la democratica che ha inoltre ricordato che negli anni Settanta l'immobiliarista newyorkese è stato accusato di discriminazioni nei confronti degli affittuari afroamericani. "Ha alle spalle una storia di comportamenti razzisti", ha concluso Clinton.

Da parte sua il repubblicano, che recentemente ha ammesso di essersi convinto della veridicità del certificato di nascita di Obama, ha rivendicato di aver fatto "un buon lavoro" sostenendo la campagna dei birther, gli estremisti di destra che per primi misero in dubbio la cittadinanza americana di Obama nel 2008, costringendo così il presidente a provarla.

AFROAMERICANI - Nei quartieri afroamericani ed ispanici nelle città americane "si vive nell'inferno perché sono così pericolosi" e violenti. Lo ha affermato Trump che ha assicurato che con lui alla Casa Bianca ritornerà "law and order" (l'ordine e la legalità), ribadendo che la sua ricetta per contrastare le tensioni tra le comunità afroamericane e la polizia sia quella di rafforzare le misure di controllo, compreso il controverso "stop-and-frisk" che permette agli agenti di fermare e perquisire le persone sulla base di un semplice sospetto, spesso basato sulla razza o etnia del sospetto.

"Il segretario Clinton non vuole usare una coppia di parole che sono legalità ed ordine - ha detto - Abbiamo bisogno di legalità ed ordine nel Paese". A questo punto il moderatore del dibattito, il giornalista afroamericano Leister Holt, ha ricordato come lo "stop and frisk" sia stato considerato incostituzionale perché finiva per prendere di mira appartenenti a minoranze.

"No, si sbaglia", ha replicato Trump accusando il giudice che emise la sentenza di essere contro la polizia e l'amministrazione di New York, che dopo la sentenza ha sospeso il ricorso alla misura, di non aver fatto appello. "La questione è quello che dobbiamo fare per togliere le armi a queste persone, queste persone sono persone cattive", ha concluso Trump.

Completamente diverso l'approccio proposto da Hillary Clinton per sanare le ferite che le proteste di Charlotte per l'uccisione di un afroamericano per mano della polizia hanno per l'ennesima volta portato alla ribalta. Per la democratica il primo passo da fare per "iniziare a sanare" le tensioni razziali è una riforma del sistema di giustizia teso a ricostruire la fiducia tra le comunità e la polizia.

Con un argomento opposto a quello di Trump, Clinton detto poi che bisogna migliorare l'addestramento degli agenti in modo che capiscano che devono ricorrere alla forza letale sono quando è strettamente necessario.

Riguardo poi alle armi, Clinton ha ribadito la necessità di varare misure più severe sul controllo della vendita delle armi, misure contrastate da Trump e dai repubblicani. "Se sei considerato troppo pericoloso per andare in aereo, se anche troppo pericoloso per comprare un'arma", ha detto riferendosi al fatto che persone sospettate di legami con il terrorismo che sono nella 'black list' delle compagnie aeree non sono inserite in nessuna lista per impedire che acquistino armi.

CAMBIAMENTO CLIMATICO - Anche il cambiamento climatico al centro dello scontro tra Donald Trump e Hillary Clinton: "Donald pensa che il cambiamento climatico sia una bufala inventata dai cinesi", ha affondato la candidata democratica. "Non l’ho detto, non l’ho detto", ha replicato il rivale interrompendo Clinton mentre dichiarava: "Io credo sia reale, reale dal punto di vista scientifico e che dobbiamo affrontarlo".

Il riferimento probabilmente è a un tweet del 2012, rimbalzato in rete durante il dibattito grazie agli utenti che lo hanno retwittato e come ricordano anche autorevoli testate americane, in cui il tycoon americano scriveva: "Il concetto di riscaldamento globale è stato creato da e per i cinesi al fine di rendere la produzione degli Stati Uniti non competitiva".

DIBATTITO - "Credo che Donald - ha sottolineato Hillary - mi abbia appena criticato per essermi preparata in vista del dibattito, e sapete una cosa, l'ho fatto e credo che sia una buona cosa. Sapete cos'altro ho fatto? Mi sono preparata per essere presidente e credo che sia una buona cosa". Così Hillary ha risposto nel corso del primo confronto in diretta ieri sera all'attacco di Trump, che ha rinfacciato alla candidata democratica di essersi tenuta in disparte dalla campagna negli ultimi giorni.

Hillary vincente nel sondaggio Cnn - Clinton ha vinto il primo dei tre dibattiti tv con Donald Trump in vista del voto dell'8 novembre. Secondo un sondaggio condotto dalla Cnn dopo il faccia a faccia, il 62% degli interpellati ha detto che a fare meglio nel dibattito è stata la candidata democratica, mentre solo il 27% ritiene che a vincere sia stato il candidato repubblicano.

E di fronte ai primi sondaggi che descrivono la netta vittoria della Hillary Clinton, Trump cerca giustificazioni dicendo di non aver voluto attaccare l'avversaria sul lato più debole, la vita personale, cioè il Sexgate e Monica Lewinsky. E poi fa la vittima, accusando gli organizzatori del dibattito di avergli dato un microfono che non funzionava bene.

"Suo marito era nella sala insieme alla figlia, che ritengono sia una giovane signora molto simpatica e quindi non ho detto quello che stavo per dire perché sarei andato nel personale", ha affermato, intervistato da Fox, Trump. "Ho deciso di non dirlo per non mancare di rispetto a Chelsea e forse alla famiglia" ha detto ancora il repubblicano la cui figlia Ivanka è amica della figlia dei Clinton, che però ha accusato l'avversaria di "aver detto cose molto cattive contro di me, è una cosa triste". Ed in una successiva intervista alla Cnn, Trump ha fatto capire che al prossimo dibattito non sarà così rispettoso.

Riguardo al microfono, Trump si è più volte lamentato, parlando con il giornalisti dopo il dibattito, del fatto che non funzionasse bene. "Il mio microfono era difettoso, l'avete notato? Mi domando, che l'abbiano fatto apposta?", ha domandato polemico, suggerendo, come ha fatto altre volte in passato, che gli organizzatori dei dibattiti cerchino di sfavorirlo.