Nicolas Maduro apre al dialogo ma rifiuta la richiesta di elezioni presidenziali anticipate. In un'intervista all'agenzia russia Ria Novosti, il presidente venezuelano si è detto pronto a sedere a un tavolo negoziale con l'opposizione e ha aperto alla possibilità di una mediazione di paesi terzi. "Sono pronto a sedere ad un tavolo negoziale con l'opposizione in modo da poter parlare a beneficio del Venezuela, la pace e il suo futuro", ha dichiarato all'agenzia. Tuttavia, l'erede di Chavez tira dritto e rifiuta di anticipare le elezioni presidenziali, come richiesto dall'autoproclamato presidente ad interim Juan Guaidò, che ha denunciato frodi e brogli in occasione dell'elezione di Maduro che, marciando con i soldati a Fuerte Tiuna, li ha arringati dicendo: "Siamo dal lato giusto della storia, nessuno dubiti".

"Le elezioni presidenziali in Venezuela si sono tenute e se gli imperialisti vogliono un nuovo voto lasciamoli aspettare fino al 2025", ha affermato Maduro, alludendo evidentemente a Washington. Nell'intervista in cui apre alla possibilità di colloqui con l'opposizione e la mediazione di terzi, Maduro - per il quale non c'è dubbio che Trumo abbia ordinato la sua morte - lascia però aperta la possibilità di elezioni parlamentari anticipate,ossia di un voto per il rinnovo dell'Assemblea Nazionale, presieduta dal suo rivale politico Guaidò: "Sarebbe ottimo svolgere elezioni parlamentari anticipate, sarebbe una buona forma di discussione politica". Quanto alla possibilità di una mediazione, Maduro ha risposto: "Ci sono diversi governi, organizzazioni a livello globale, che stanno dimostrando la loro sincera preoccupazione su ciò che sta accadendo in Venezuela, hanno fatto appelli a favore del dialogo".

Ai soldati, in un lungo discorso nel quale più volte fa riferimento all'aggressione "imperialista ordita da Donald Trump" e invita i militari a mantenere "nervi d'acciaio", Maduro ha detto: "In questo mondo nessuno rispetta i deboli, i codardi e i traditori. In questo mondo vengono rispettati i forti. Davanti alla minaccia imperialista, servono nervi d'acciaio". "Se vogliamo pace, se vogliamo armonia, se vogliamo fare progressi, se vogliamo prosperità, dobbiamo avere una forza armata unita, che protegga il popolo e pronta alla difesa", dice.

Ieri, intanto, il procuratore generale del Venezuela Tareck William Saab ha chiesto al Tribunale Supremo di Giustizia di vietare l'espatrio dell'autoproclamato presidente ad interim Juan Guaidò e di congelare i suoi conti bancari. Il procuratore ha spiegato di aver aperto un'indagine preliminare contro Guaidò a causa dei "violenti eventi" avvenuti nel Paese e delle dichiarazioni di Stati stranieri contro il governo del Venezuela.