La figlia 17enne di Jo Song Gil, il diplomatico nordcoreano che ricopriva l'incarico di ambasciatore ad interim a Roma, scomparso nel nulla lo scorso anno, è stata rimpatriata a Pyongyang ed è ora sotto la custodia delle autorità nordcoreane. A denunciarlo è Thae Yong-ho, ex vice ambasciatore nordcoreano a Londra, anch'egli disertore. Confermando le indiscrezioni comparse in questi giorni sulla stampa sudcoreana, nel corso di una conferenza stampa a Seul, Thae Yong-ho ha detto di aver verificato nelle ultime settimane le voci secondo le quali la figlia di Jo era stata riportata con forza in Corea del Nord, prima che la ragazza potesse disertare. "La Corea del Nord ha rimpatriato immediatamente con la forza la ragazza", ha detto Thae ai giornalisti, secondo quanto riporta il sito NKNews. Attraverso proprie fonti, Thae, "ho avuto conferma che la figlia di Jo Song Gil è stata rimpatriata in Corea del Nord ed è sotto il controllo delle autorità nordcoreane".

Si ritiene che Jo, incaricato d'affari dell'ambasciata nordcoreana a Roma, abbia disertato lo scorso novembre. La sua defezione è stata confermata il mese scorso dall'intelligence sudcoreana Nis, ma ancora non si ha notizia di dove si trovi l'ex diplomatico. Secondo Thae, Jo si trova probabilmente ad affrontare una "situazione difficile, nella quale non gli è possibile far sapere dove si trovi o apparire in pubblico per il timore legato alla sicurezza della figlia".

Il "livello di punizione per i figli e i famigliari è completamente diverso" quando un diplomatico nordcoreano diserta per la Corea del Sud, piuttosto che per gli Stati Uniti o i Paesi europei, ha spiegato Thae. Il mese scorso, un gruppo di importanti disertori e attivisti nordcoreani, tra i quali lo stesso Thae, avevano lanciato un appello al governo sudcoreano affinché fornisse rifugio a Jo e alla sua famiglia, nel caso avessero deciso di fuggire a Seul. L'ex diplomatico nordcoreano nel corso della conferenza stampa ha però fatto marcia indietro su questo punto, sostenendo che le circostanze della diserzione di Jo e il fatto che la figlia si trovi ora in mano alle autorità nordcoreane renderebbero troppo pericolosa la fuga in Corea del Sud dell'ex incaricato d'affari a Roma.

"RIENTRATA A NOVEMBRE" - La giovane sarebbe tornata in patria il 15 di novembre, nello stesso mese della scomparsa del padre, e l'ambasciata avrebbe comunicato ufficialmente il rientro della ragazza alla Farnesina. E' quanto apprende l'Adnkronos da fonti qualificate, secondo cui la giovane è rimasta a Roma dopo che il padre ambasciatore, insieme alla moglie, ha fatto perdere le proprie tracce. Conclusi gli studi, la ragazza, come risulterebbe anche al ministero degli Esteri, avrebbe chiesto di tornare dai nonni ed il 15 novembre sarebbe stata prelevata dal personale dell'ambasciata, portata in aeroporto a Roma e riportata a Pyongyang, secondo quanto comunicato anche dalla stessa rappresentanza alla Farnesina.

M5S: "SALVINI RIFERISCA" - Chiediamo al ministro dell'Interno di riferire in Parlamento e di fare chiarezza sulle notizie relative al rapimento e al rimpatrio forzato della figlia minorenne dell'ex ambasciatore nordcoreano da parte dei servizi di Pyongyang. Se i fatti fossero confermati sarebbero gravissimi, un nuovo caso Shalabayeva". Lo dichiarano i deputati e senatori del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Affari Esteri di Camera e Senato. "Non è tollerabile che agenti dell'intelligence di un Paese straniero agiscano indisturbati in territorio italiano compiendo attività illegali. La giovane rischia nel suo Paese di essere imprigionata e torturata", concludono i Cinque Stelle.

PD-LEU - Nicola Fratoianni e Andrea Romano, a nome di Leu e del Pd, hanno chiesto in aula alla Camera che i ministri degli Esteri e dell'Interno, riferiscano sul rimpatrio forzat. Un caso del quale parlano oggi diversi quotidiani e sul quale Fratoianni e Romano hanno sollecitato l'informativa urgente dei ministri Moavero Milanesi e Salvini.

"Se confermata, questa notizia costituirebbe un motivo di grandissimo imbarazzo per il nostro Paese - ha dichiarato Fratoianni - sarebbe grave se, davvero, servizi segreti stranieri fossero in grado di muoversi liberamente, di rapire e rimpatriare una persona minorenne". Una vicenda, ha infine ricordato, che ha un precedente: "la storia di Alma Shalabayeva e non vorrei che il caso si ripetesse per la seconda volta".

"Stiamo parlando di una ragazza minorenne - ha affermato Andrea Romano - legalmente residente in Italia. Chiediamo ai ministri Moavero e Salvini di riferire urgentemente e di chiarire se c'è stata davvero un'incursione a scopo di rapimento di agenti di servizi segreti stranieri, in un Paese come il nostro che dovrebbe essere considerato sicuro".