Terremoto nel governo May. All'indomani del via libera dell'esecutivo all'accordo con Bruxelles sull'uscita dall'Ue, lasciano il ministro per la Brexit Dominic Raab e il sottosegretario britannico per l'Irlanda del Nord Shailesh Vara. Dopo le due defezioni, si dimette anche il ministro per il Lavoro e le Pensioni Esther McVey. Dimissioni anche per la sottosegretaria alla Brexit Suella Braverman. E, nel pomeriggio, arriva anche l'addio del vice presidente del partito Conservatore, Rehman Chishti. La stampa britannica parla di 'effetto domino', che potrebbe portare alla caduta del governo guidato da Theresa May.

IL GOVERNO PERDE I PEZZI - "Non posso in buona coscienza sostenere i termini proposti per il nostro accordo con la Ue", ha scritto su Twitter, annunciando le sue dimissioni, Raab, che ha anche pubblicato la lettera inviata a Theresa May per spiegare le sue ragioni. Nella missiva il ministro per la Brexit esprime il suo "rammarico" per il fatto che la premier abbia scelto di "cercare di ottenere l'accordo con la Ue" in un modo che lui non può sostenere, "in primo luogo perché credo che il regime proposto per l'Irlanda del Nord presenti una vera minaccia per l'integrità del Regno Unito". "In secondo luogo, io non posso sostenere un accordo di 'backstop' a tempo indeterminato, dove la Ue mantiene il veto sulla nostra possibilità di uscire - continua Raab, sostenitore acceso della Brexit - I termini del backstop sono un ibrido tra l'unione doganale europea e gli obblighi del mercato unico". "Nessuna nazione democratica ha mai firmato per essere vincolata da un regime così ampio, imposto esternamente senza nessun democratico controllo sulle leggi applicate, né la possibilità di decidere di uscire dall'accordo", conclude.

"L'accordo - aggiunge ancora Raab che non aveva partecipato all'ultima tornata di negoziati, a livello di funzionari, che aveva portato al testo presentato ieri da May al governo - viene considerato anche un punto di partenza per negoziare un'alleanza futura economica. Se lo accettiamo, questo pregiudicherà severamente contro di noi una seconda fase di negoziati". "Soprattutto - conclude - io non posso conciliare i termini dell'accordo con le promesse che abbiamo fatto al Paese nel nostro manifesto alle ultime elezioni". Iain Duncan Smith, un ex leader dei Tory ed uno dei principali esponenti dei Brexiteer, ha detto che le dimissioni di Raab sul governo hanno un impatto "devastante". E che la sua lettera alla May prova che le sue posizioni sono state ignorate.

Anche il conservatore Vara ha annunciato oggi le sue dimissioni a causa del suo disaccordo con il progetto di accordo. "Con molta tristezza e rammarico ho presentato la mia lettera di dimissioni da ministro dell'Irlanda del Nord al premier", ha scritto il 58enne esponente dei Tory in un tweet. "Siamo una nazione orgogliosa e ci siamo ridotti ad obbedire alle regole fatte da altri Paesi che hanno dimostrato di non avere a cuore i nostri migliori interessi. Possiamo e dobbiamo fare meglio di questo. Il popolo del Regno Unito merita di meglio. Ecco perché non posso sostenere questo accordo", si legge nella lettera di dimissioni pubblicata sul suo account.

Addio amaro anche per la sottosegretaria alla Brexit Suella Braverman: "È con profondo rammarico e dopo una riflessione che ho dovuto presentare le mie dimissioni oggi come ministro della Brexit. Grazie per l'opportunità. Non vedo l'ora di lavorare per supportare la Brexit da semplice parlamentare. Questa non è stata una decisione facile", ha scritto sul suo account, pubblicando la sua lettera di dimissioni.

IL DISCORSO DI MAY - May, intervenendo alla Camera dei Comuni, difende il testo dell'accordo provvisorio tra Londra e Bruxelles, che sta causando dimissioni a catena nel suo governo. Il testo approvato ieri sera dal governo "non è l'accordo finale" con la Ue, ma solamente una "bozza di trattato", precisa. "Possiamo scegliere di uscire senza accordo o non avere nessuna Brexit", spiega la premier, parlando del negoziato condotto dal suo governo come di un processo "frustrante".

"Votare contro l'accordo ci riporterebbe al punto iniziale", dice. Una bocciatura da parte del Parlamento, aggiunge, "significherebbe più incertezza, più divisioni, e non dare seguito alla decisione dei britannici di uscire dalla Ue". L'accordo negoziato con Bruxelles, continua la May, "mette fine alla libertà di movimento, ci restituisce il controllo dei nostri confini, leggi e soldi, e realizza una politica estera e di difesa indipendente, mentre prosegue la cooperazione in tema di sicurezza per mantenere il nostro popolo al sicuro". L'accordo, secondo la premier "realizza il desiderio del popolo britannico" e, aggiunge, "io scelgo di fare ciò che è meglio nell'interesse del popolo britannico". La May chiede quindi alla sua maggioranza di "pensare all'interesse nazionale" e "approvare" l'accordo.

CORBYN ALL'ATTACCO - Il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, nel suo intervento ai Comuni, sottolinea come, dopo la serie di dimissioni di ministri, il governo conservatore sia "nel caos". "Il governo - afferma - deve ritirare questo accordo pasticciato che non ha il sostegno del gabinetto dei ministri, del Parlamento o del Paese nel suo intero".

"Questo non è l'accordo che era stato promesso e il Parlamento non può accettare, e credo non accetterà, questa falsa scelta tra un cattivo accordo ed il 'no deal', nessun accordo", continua il leader laburista ricordando come il ministro Raab aveva promesso un "documento sostanzioso". "La gente questa mattina è preoccupata", aggiunge Corbyn riferendosi al modo in cui i britannici stanno seguendo le ultime convulse battute della saga della Brexit.

CRESCE FRONDA TORIES ANTI-MAY - La pattuglia dei Conservatori ribelli, contrari all'accordo sulla Brexit raggiunto tra Londra e Bruxelles ha raggiunto quota 84 e sta crescendo. Tanti sarebbero i deputati pronti a bocciare il testo, quando questo sarà sottoposto al vaglio del Parlamento. Lo ha detto il deputato conservatore Mark Francois, uno dei membri dell'European Research Group, il gruppo che racchiude molti degli esponenti euroscettici dei Tories, intervenendo nel dibattito ai Comuni. L'accordo è "nato già morto", ha detto Francois, invitando May ad accettare la realtà politica. Jacob Rees-Mogg, presidente dell'European Research Group, ha presentato una mozione di sfiducia contro la May all'organo competente del Partito conservatore, il 1922 Committee. L'accordo, ha spiegato Rees-Mogg nella lettera che rappresenta una cinquantina di deputati conservatori euroscettici inviata al partito, "si è rivelato peggiore di quanto anticipato e non rispetta le promette fatte al Paese dalla premier". Il comitato, attualmente presieduto da Graham Brady, ha il potere di convocare un voto di sfiducia di leader del partito nel caso riceva una richiesta scritta dal 15% dei deputati, in questo caso 48. Oltre a quella di Rees-Mogg, il comitato sta ricevendo altre lettere quindi da parte di deputati ribelli. Il voto di sfiducia del Partito conservatore nei della leader e premier, suggerisce l'emittente Sky News, potrebbe esserci martedì prossimo.

E' "matematicamente impossibile" che la May riesca ad ottenere l'approvazione del Parlamento sulla bozza di accordo con la Ue, ha detto Mark Francois, rafforzando l'impressione dei commentatori britannici che il governo possa cadere a breve. Nel dibattito in aula, oltre al Labour, che con Corbyn ha bocciato l'accordo, anche i nordirlandesi del Democratic Unionist Party hanno lasciato intendere un voto contrario. I 10 deputati del Dup alla Camera dei Comuni sono indispensabili per il governo di minoranza della May.