Berlusconi intercettato, aperta un’inchiesta
Il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Mark Toner, a proposito delle nuove rivelazioni di Wikileaks, ha affermato: "Come abbiamo detto in passato, non intraprendiamo nessuna attività di intelligence all'estero senza un motivo specifico e valido per la sicurezza nazionale. Questo si applica ai cittadini ordinari ed ai leader mondiali"
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Mer 24 Febbraio 2016 16:51
Un fascicolo di indagine intestato "atti relativi" è stato aperto dalla procura di Roma sulle presunte intercettazioni di conversazioni telefoniche di Silvio Berlusconi nel 2011. Secondo notizie di stampa, a intercettare le conversazione sarebbe stato lo Special Collection Service. Allo stato il fascicolo, senza ipotesi di reato e indagati, contiene articoli di stampa.
Il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Mark Toner, a proposito delle nuove rivelazioni di Wikileaks, ha affermato: "Come abbiamo detto in passato, non intraprendiamo nessuna attività di intelligence all'estero senza un motivo specifico e valido per la sicurezza nazionale. Questo si applica ai cittadini ordinari ed ai leader mondiali".
E riguardo all'Italia, il portavoce americano ha ribadito come con gli Stati Uniti "abbia da tempo un'amicizia basata sui valori comuni e una storia di cooperazione per far avanzare i nostri reciproci interessi in tutto il mondo. Come alleati e partner - ha poi aggiunto - continueremo a lavorare a stretto contatto con l'Italia per proteggere la sicurezza collettiva dei nostri due Paesi e dei nostri cittadini".
Toner infine ha ricordato quanto già "messo in chiaro dal presidente Obama, cioè che a meno che non vi sia uno stringente motivo di sicurezza nazionale, noi non monitoriamo le comunicazioni di capi di stato e di governo dei nostri più stretti amici ed alleati".
Nella vicenda delle conversazioni di Silvio Berlusconi ascoltate dall'Nsa americana, dopo aver convocato l'ambasciatore Usa alla Farnesina, ci saranno "ulteriori approfondimenti attraverso canali tecnici in collaborazione con gli Stati Uniti" e "tutti gli elementi saranno riferiti dal governo anche in sede parlamentare". Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschial question time fa il punto sulla vicenda Wikileaks, sulle attività di monitoraggio ed intercettazioni telefoniche effettuate nell’autunno del 2011, in prossimità delle dimissioni del quarto governo Berlusconi. "Sarebbe inaccettabile immaginare una attività intercettativa degli Stati Uniti verso un governo alleato", ha detto ancora Boschi. "In passato - ha ricordato - non erano emerse violazioni della privacy di cittadini italiani né delle comunicazioni istituzionali". "Per fare chiarezza ieri è stato convocato l'ambasciatore americano", ha concluso la ministra.
Ma la bufera non sembra placarsi: sul versante politico si muove Forza Italia, con Renato Brunetta e Paolo Romani che hanno incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega ai servizi segreti, Marco Minniti, mentre domani lo stesso Minniti è atteso al Copasir. Minniti, ai due esponenti azzurri che hanno parlato di "attacco alla nostra sovranità nazionale" ha riferito in merito alle richieste di chiarimento avanzate all’ambasciatore statunitense, John Phillips, convocato ieri alla Farnesina.
Sulla vicenda si muove anche la Procura di Roma: un fascicolo di indagine intestato 'atti relativi' è stato aperto sulle presunte intercettazioni di conversazioni telefoniche di Berlusconi premier. Secondo notizie di stampa, a intercettare le conversazione sarebbe stato lo Special Collection Service. Allo stato il fascicolo, senza ipotesi di reato e indagati, contiene articoli di stampa.
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