Manovra, caos al Senato e scontato sì a notte fonda
Sul provvedimento c'era il voto di fiducia. Ora passa prima in Commissione e poi alla Camera per il voto definitivo il 29 dicembre
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Dom 23 Dicembre 2018 13:10
ROMA. Favorevoli in 167, 78 i no, 3 gli astenuti. La lunga notte della manovrain Senato si conclude così, fra le proteste delle opposizioni mentre va in scena il voto di fiducia al maxiemendamento. Cartelli, cori, urla ad accompagnare dichiarazioni e votazioni, e ancora fogli lanciati in aria, insulti e accuse alla maggioranza, 'rea' di voler "delegittimare il Parlamento" perché il voto a scatola chiusa di una legge di bilancio "non ha precedenti". Una violazione della Costituzione, azzarda il Pd, che non ha partecipato al voto annunciando invece il ricorso alla Consulta per le "enormità che si sono compiute sotto i nostri occhi da parte di questo governo". "Non ci sono precedenti, forse solo Caligola aveva fatto peggio" rincara la dose Forza Italia, con il Cav preda dell'amarezza e dello sconcerto: 'Pensavo di aver visto tutto nella vita...', avrebbe detto.
Fedelissimo a sé stesso, il governo sembra tuttavia non curarsi delle proteste e andare avanti per la sua strada, forte della maggioranza che gli ha consentito di passare in Senato e rispedire la manovra alla Camera per la terza lettura. "Sabato notte di lavoro in Senato, stanchino ma soddisfatto per quello che stiamo facendo per gli Italiani. I senatori del PD sono usciti dall’aula urlando e sono andati a casa, che peccato... Notte serena Amici", ha commentato su Facebook Matteo Salvini al termine delle votazioni. Esulta Toninelli, che ci tiene a sottolineare come "stiamo lavorando giorno e notte, e se serve anche a Natale, perché dopo anni di macelleria sociale è arrivato il momento di rimettere le cose a posto". Fiducia nonostante, una questione rimane ancora irrisolta, quella dei tecnici del Mef con i quali il M5S si prepara allo scontro.
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