Renzi: il referendum si vince al Sud
Il capo del Governo: «La Campania punti sulle proprie eccellenze agroalimentari per lo sviluppo». De Magistris attacca: «Il leader Pd? È uomo della casta per eccellenza. Voleva rottamare la politica napoletana e consuma delitti politici con il governatore»
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Gio 01 Dicembre 2016 23:09
NAPOLI. Mille persone per accogliere alla Mostra d’Oltremare il premier Matteo Renzi. Il tutto tra misure di sicurezza serrate per prevenire eventuali blitz dei centri sociali. Controllate anche borse e zaini dei giornalisti. Solo un gruppo fuori alla Mostra, cui si uniscono alcuni cassintegrati della Fca, espone uno striscione: «Noi diciamo No. Torna a casa Renzi». Alcuni manifestanti chiedono di poter incontrare il capo del Governo ma il presidio delle forze dell’ordine è compatto. Il presidente del Consiglio, dal canto proprio, mostra subito di essere a proprio agio: saluta i vertici del Pd campano, con i quali si intrattiene qualche minuto assieme al governatore Vincenzo De Luca e poi sale sul palco. «Mi hanno detto mai fare a Napoli un’iniziativa dopo cena. Battute a parte sono felice di essere qui. Basta con le battaglie ideologiche. Bisogna valorizzare le nostre produzioni. Il presidente Vincenzo De Luca ha liberato a Marcianise un altro pezzo di territorio e nella Reggia di Caserta il Consorzio Mozzarella Dop di Bufala ha inaugurato la propria sede lì. Il futuro della Campania passa da questo, le realtà dell’agroalimentare sono fondamentali per il made in Italy all’estero», dice Renzi.
Poi scherza: «Grillo ha detto che mi denuncia. Si vede che in Tribunale si trovano bene anche se non rispondono. Noi siamo quelli della trasparenza. Mi denunceranno perché abbiamo fatto vedere la scheda del futuro Senato. È impressionante la mancanza di argomenti nel merito».
E ancora: «). Siamo gli unici ad avere Camera e Senato che fanno la stessa roba. L’Italia è fondata sul diritto di veto. Ricorrono tutti in Italia al Tribunale. Se corressimo quando ricorriamo avremmo il Pil al 18 per cento. La riforma la proponevano in tanti. Tutte le volte che c’era la richiesta di una riforma De Mita era per il “Sì”. L’altro giorno mi ha detto che non andava bene perché è frettolosa. È quarant’anni che De Mita fa parte di tutte le commissioni, ora che si fa dice che è frettolosa». E poi: «Il nostro Paese non può restare in mano ai burocrati». Infine una battuta su Berlusconi: «Berlusconi ha detto che sono come Baì perché lui è abituato a comprarli i giocatori. Ma con me non ce l’ha fatta».
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