NAPOLI. "In relazione alle affermazioni del vicepremier e ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, giornalista pubblicista, iscritto all'Ordine della Campania, rilasciate in seguito all'assoluzione del sindaco Di Roma, Virginia Raggi, l'Ordine della Campania - dice il presidente, Ottavio Lucarelli - seguirà le procedure previste dalla normativa vigente". Pertanto anche "dopo le numerose segnalazioni giunte gli atti saranno trasmessi al Consiglio disciplina regionale, così come previsto dalle norme".

VERNA: LASCI SUBITO L’ORDINE. «Parole senza precedenti nella storia della Repubblica nei confronti della libera stampa. Siamo convinti che chi si esprime cosi' sia incompatibile col ruolo di ministro. Di Maio non fa retromarcia, noi non ci fermeremo, mentre stiamo ancora aspettando che per un minimo di coerenza lasci spontaneamente un sodalizio dove e' in compagnia di quelli che definisce 'infimi sciacalli». Lo sottolinea il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, annunciando che «l'Ordine nazionale dei giornalisti sara' presente nel flash mob di Roma e invita tutti i presidenti regionali a essere in prima fila nelle manifestazioni territoriali. Maggiori dettagli su un'iniziativa in sede europea saranno forniti nel corso dell'appuntamento capitolino».

MARTEDì FLASHMOB #GIùLEMANIDALL'INFORMAZIONE. "Basta attacchi ai giornalisti. Gli insulti e le minacce di Luigi di Maio e Alessandro di Battista non sono soltanto l'assalto ad una categoria di professionisti, ma rappresentano anche e soprattutto il tentativo di scardinare l'articolo 21 della Costituzione e i valori fondamentali della democrazia italiana. Una prima risposta pubblica agli attacchi del vicepremier di Maio e di quanti pensano di poter ridurre al silenzio l'informazione italiana è fissata per martedì 13 novembre". Così in una nota la Federazione nazionale della stampa italiana annuncia il flashmob #giùlemanidall'informazione, "aperto non soltanto ai giornalisti, ma anche a cittadini e associazioni che considerano l'informazione un bene essenziale per la democrazia". All'iniziativa ha già aderito il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti. Il flashmob si terrà in contemporanea, dalle 12 alle 13, nelle piazze dei capoluoghi di regione. Le piazze saranno rese note nelle prossime ore. Ritrovarsi in piazza contemporaneamente - significa respingere tutti insieme attacchi volgari e inaccettabili contro l'informazione e i giornalisti - spiega Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi - Ormai non si tratta più di episodi isolati, ma di azioni mirate a screditare una categoria di professionisti con lo scopo di disorientare l'opinione pubblica. Una forza politica, il Movimento 5 Stelle, che teorizza il superamento del Parlamento e della democrazia liberale ha messo nel mirino i giornalisti e gli editori perché per realizzare questo progetto bisogna togliere di mezzo tutti gli organismi intermedi e impedire ai cittadini di conoscere. Soltanto un'informazione debole, docile o assente può consentire alla disinformazione di massa, veicolata attraverso gli algoritmi e le piattaforme digitali, di prendere il sopravvento e di manipolare il consenso e le coscienze dei cittadini. È un disegno al quale bisogna opporsi con forza", conclude. 

A NAPOLI IN PIAZZA PLEBISCITO. A Napoli l'appuntamento è martedì alle ore 12 davanti alla Prefettura. "Infimi pennivendoli, sciacalli puttane. Le parole di Di Maio e Di Battista sono ben distanti dall’articolo 21 della Costituzione. Diciamoglielo tutti insieme con un flash mob. Ci vediamo martedì alle 12 davanti alla Prefettura di Napoli. Portiamo in piazza i nostri tesserini e l’orgoglio di fare una professione fondamentale per la nostra democrazia che i cialtroni temono". Così Claudio Silvestri, segretario del Sugc, il sindacato dei giornalisti della Campania.

L'ORDINE NAZIONALE. "Mentre, nel rispetto delle istituzioni, immaginando che il ministro Di Maio non abbia tempo per passare dagli uffici dell'Ordine e ritirare il modulo per le dimissioni, mi metto a disposizione per consegnarglielo io personalmente, da cittadino gli chiedo di capire che chi pronuncia parole come quelle da lui ieri proferite e' incompatibile col ruolo di ministro". E' un passaggio dell'intervento - pubblicato sul sito di Articolo 21 - con cui il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna, torna sugli attacchi del vicepremier ai giornalisti dopo l'assoluzione della sindaca di Roma Virginia Raggi. "Se magari si è pentito - aggiunge Verna - lo aspetto nella sede dell'Ordine per ricevere scuse per i cittadini che hanno il diritto di essere correttamente informati e per i giornalisti. Intanto per non lasciare la reazione solo alle parole, insieme alla Fnsi ci prepariamo a una mobilitazione in varie piazze, che con Lo Russo e Giulietti stiamo mettendo a punto". "Di Di Battista - dice ancora il presidente dell'Ordine, che cita le parole del presidente Mattarella in difesa della libertà di stampa - non ci occupiamo: è solo uno dei tanti che insulta, senza alcun ruolo istituzionale, colpisce però come dopo il post di Grillo da molto lontano abbia fatto a gara con il vicepremier a chi riusciva ad essere più offensivo. Parole così di odio sono pericolose, chi le pronuncia si assume responsabilità pesanti qualora qualche squilibrato dovesse prendere di mira un giornalista, attentando alla sua incolumità". Per Verna, non c'è "nulla di corporativo in quel che scrivo". E cita la recente pronuncia del tribunale di Milano "con la quale è stata confermata la censura al direttore di Libero, Pietro Senaldi con condanna per responsabilità aggravata per la 'pedestre' resistenza in giudizio in base all'art.96 del codice di procedura civile. La comunità dei giornalisti ha fatto il proprio dovere verso chi proprio nei confronti di Virginia Raggi non era stato nelle regole non rispettando i limiti di continenza. Senaldi naturalmente avrà a disposizione altri gradi di giudizio. Ma intanto il primo verdetto della giustizia ordinaria è di promozione dei nostri consigli di disciplina. La censura si riferisce a un titolo che fece molto discutere riferito alla sindaca: "Patata bollente" . Altro che sciacalli, i giornalisti sono quelli delle regole e della luce perché, come scrivono i colleghi del Washington Post nel loro sottotitolo, la democrazia muore nell'oscurità. E noi non lo consentiremo". 

TUTTE LE PIAZZE COINVOLTE: A Roma l'appuntamento è in piazza dei Santi Apostoli. A Milano in via Vivaio, angolo corso Monforte. Ad Ancona in piazza del Plebiscito. (Aosta in via di definizione). A Bari in piazza Libertà. A Bologna in via IV novembre. A Bolzano in piazza del Grano. A Cagliari in piazza Palazzo. A Campobasso in piazza Municipio. A Firenze in via Cavour. A Genova, dalle 17.30 alle 18.30, in largo Lanfranco. A Napoli in piazza del Plebiscito. A Palermo in piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo. A Perugia in piazza Italia. A Pescara in piazza Italia.A Potenza in via Mazzini. A Reggio Calabria in piazza Italia. A Torino in piazza Castello, sotto i portici della prefettura. A Trieste in piazza Unità d'Italia. A Venezia davanti la sede del Tribunale, in piazzale Roma. Alla mobilitazione hanno aderito finora: il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e gli Ordini regionali dei giornalisti; Usigrai; Anpi; Articolo21; Associazione Amici di Roberto Morrione; Associazione Carta di Roma; Associazione Giulia Giornaliste; Libera; Libera Informazione; Associazione NoiAntimafia di Ostia; Progressi; Rete NoBavaglio; Ucsi; Ungp; rappresentanti delle istituzioni locali. 

IL CONSIGLIO DI DISCIPLINA. Si riunirà mercoledì il consiglio di disciplina dell'Ordine dei giornalisti della Campania per valutare la posizione del ministro e vicepremier Luigi Di Maio, iscritto nell'albo dei pubblicisti. Nell'ambito della procedura, avviata dal presidente dell'Ordine campano Ottavio Lucarelli dopo le dichiarazioni su stampa e giornalisti, lo stesso leader pentastellato potrebbe essere convocato per essere ascoltato. È quanto spiega il presidente dell'Ordine campano Ottavio Lucarelli, che ha deferito al Consiglio di disciplina regionale il vicepremier. "Ho chiesto al consiglio di disciplina di riunirsi rapidamente per valutare la sua posizione - spiega Lucarelli - ci sono tutte le condizioni per convocare Di Maio, anche perché va garantito il diritto alla difesa".