NAPOLI. Non ha compiuto nessun atto contrario ai suoi doveri e, in particolare, in riferimento all'appalto per la metanizzazione. Non è mai stato in Tunisia e ha saputo solo a cose fatte che il fratello aveva ricevuto un incarico di consulenza presso la cooperativa CPL Concordia. Così, il sindaco di Ischia (Napoli), Giuseppe Ferrandino, ha replicato alle accuse contestategli nell'ordinanza di custodia emessa nell'ambito dell'inchiesta sulla metanizzazione nell'isola. Assistito dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Gennaro Tortora, il sindaco ha risposto per circa due ore alle domande del gip Amelia Primavera e dei pm Celeste Carrano, Giuseppina Loreto e Henry John Woodcock. A proposito della convenzione dalla Concordia con l'albergo Le Querce di Ischia, il sindaco ha sostenuto di non avere alcun rapporto con l'albergo di cui non è né socio, né gestore.    Quanto al viaggio in Tunisia che, secondo una intercettazione, gli sarebbe stato pagato dai vertici della coop, Ferrandino ha affermato di non avere mai messo piede in vita sua nel paese nordafricano. Ha inoltre sostenuto di avere saputo della consulenza affidata al fratello Massimo dalla coop, solo a cose fatte.

BERLUSCONI.  Nelle carte dell'inchiesta di Napoli sulle tangenti a Ischia spunta anche il nome di Silvio Berlusconi. Questi al telefono «dice - annotano i carabinieri in una informativa - che i giudici, anche su ordine del Capo dello Stato (all'epoca Giorgio Napolitano - ndr), aspettano soltanto un suo passo falso per avere la scusa ed arrestarlo». Gli investigatori riassumono così una telefonata dell'11 maggio dello scorso anno tra l'ex parlamentare Amedeo Laboccetta, il cui telefono era sotto controllo, e l'ex premier. 

ZAGARIA. Il boss dei Casalesi, Michele Zagaria, «tramite dei prestanomi era entrato nella Cpl Concordia, acquisendone delle quote societarie». È quanto ipotizza il boss pentito Antonio Iovine, in un interrogatorio reso al pm Woodcock nel settembre dello scorso anno. «Personalmente - dice il pentito - non ho mai conosciuto alcuno della Concordia. Ritengo, conoscendo Zagaria e sapendo come lo stesso e solito muoversi rispetto ad operazioni economiche così grosse, come è stato la metanizzazione dell'Agro Aversano, che Zagaria sia entrato nella Concordia». Secondo il pentito a favorire questo presunto legame con la Concordia sarebbe stato l'imprenditore Antonio Piccolo, ritenuto legato a Zagaria.