COSENZA. "C'era un'allerta gialla, diramata dalla protezione civile regionale, significa che in situazioni di questo tipo si possono avere esondazioni improvvise di corsi d'acqua, rapido innalzamento dei fiumi, smottamenti, frane, sono una serie di effetti derivanti dall'evento che possono comportare anche la perdita di vite umane". Lo ha detto il Capo Dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli intervenuto a Radio anch'io sulla tragedia avvenuta nelle Gole del Raganello. "Questa è stata un'altra tragedia che non doveva esserci - ha precisato - Dobbiamo fare in modo da un lato accrescere la conoscenza del rischio, la cultura dell'auto-protezione da parte dei cittadini, dall'altro migliorare l'organizzazione della macchina statale e regionale della gestione del territorio per evitare che in situazioni di questo tipo ci sia un'esposizione al rischio". "Sarà l'inchiesta a fare luce - ha proseguito riguardo al fatto che tra le vittime c'era anche una guida - a mio giudizio c'é stata una sottovalutazione del rischio da parte di chi era esperto e di chi si è avventurato nell'escursione del torrente". 

Ci sono anche tre napoletani tra i morti nella tragedia avvenuta ieri nelle gole del torrente Raganello a Civita di Castrovillari, in provincia di Cosenza, dove due gruppi di escursionisti sono stati travolti da un fiume di fango mentre facevano canyoning.  Si tratta di Carmen Tammaro e Antonio Santopaolo, marito e moglie di Qualiano, che hanno perso la vita nella tragedia lasciando due figlie di 10 e 12 anni. Queste ultime, ora orfane, sono state salvate. La terza vittima, in ordine di tempo, è Immacolata Marrazzo, avvocato di Torre del Greco, moglie di Giovanni Sarnataro, anche lui avvocato, e madre di due bambini di 12 e 10 anni. Il marito e i due bambini invece si sono salvati e sono ricoverati in ospedale. Le due famiglie erano amiche ed insieme in vacanza in Calabria.

I DISPERSI. Sono state trovate vive le tre persone che erano segnalate come disperse. Si tratta di pugliesi di 21, 22 e 23 anni, che erano stati inseriti nella lista delle persone disperse ma che in realtà non avevano mai raggiunto le Gole del Raganello. ''Abbiamo complessivamente 44 persone coinvolte, 23 sono state salvate per opera dei vigili del fuoco in particolare, e devo ringraziarli fino in fondo, senza riportare ferite significative, 11 sono feriti e quindi ricoverati e 10 ci hanno lasciato'' ha spiegato a Sky TG24 il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, facendo un bilancio delle persone coinvolte.

I soccorritori sono andati avanti senza sosta con le ricerche nelle gole del Raganello. "Nella notte abbiamo recuperato quattro corpi nella parte finale delle gole - ha detto il vicepresidente del Soccorso alpino della Calabria ai microfoni di SkyTg24 - . La forza dell'acqua è stata veramente devastante, uno dei corpi lo abbiamo ritrovato a 8 km dal ponte del Diavolo''.

APERTO FASCICOLO. La procura di Castrovillari ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti. I reati ipotizzati sono omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione d'atti d'ufficio. "Noi come governo abbiamo chiesto al prefetto di Cosenza di aprire un fascicolo amministrativo per fare chiarezza sulle questioni gestionali che hanno riguardato questa tragedia" ha detto Costa a Sky Tg24. Quello amministrativo "è importante per capire come ha funzionato la macchina e come ci si è mossi. L'Italia - aggiunge Costa - si è stancata di piangere i morti specialmente se sono morti e feriti che urlano sciatteria e mala gestione del territorio. Io sono qui per dire basta a nome di tutto il governo".

IL TORRENTE E LE GOLE. Il torrente Raganello, ancora in piena, continua a trascinare con sé fango e detriti, rendendo difficili le operazioni. "Il letto del fiume ancora ingrossato - ha spiegato all'AdnKronos Domenico Gioia, coordinatore Guide dell'Aigae della Calabria - rende impossibile ancora entrare nelle gole".

Un percorso, quello delle gole, "che ha solo due ingressi - ha sottolineato il coordinatore delle guide Aigae calabre - uno dalla parte di Civita e uno a distanza di 13 km, a San Lorenzo Bellizzi. Questo significa che una volta che ti inoltri nelle gole non c'è altra via di fuga, devi percorrere tutti e 13 i km". E significa anche che, con il letto del fiume ancora ingrossato che blocca l'accesso alle gole, i soccorritori devono calarsi dall'alto, non senza difficoltà.