Il cambio di mentalità è stato impresso sin dai primi giorni di ritiro. Ma ora che siamo a metà stagione è bene ribadirlo: per il Napoli non devono esistere competizioni più o meno pesanti, più o meno importanti. Tutto vale, fin quando si tratta di un torneo ufficiale. Un trofeo è pur sempre un trofeo. Questa la ricetta di Carlo Ancelotti: il suo dna, la sua natura di vincente, da allenatore e giocatore. Non si disdegna niente, semmai dopo aver perso, ma sicuramente mai prima di essere scesi in campo.

LO SCUDETTO è una cosa, la Champions è un’altra. E probabilmente anche l’Europa League. Ma la Coppa Italia è lì e aspetta di essere conquistata. Quella buona abitudine che il Napoli ogni tanto assapora, poi dimentica: vincere. Benitez aveva fatto molto bene, da questo punto di vista. Due trofei in due stagioni, una era proprio la Coppa Italia. L’altra la Supercoppa, che si può conquistare solo con il trofeo tricolore. Senza volersi esaltare, senza parlare stupidamente di sogni. Ma del resto il ragionamento è chiaro: Ancelotti lo ha fatto capire ai suoi calciatori. «Se non la vinciamo noi la vince qualcun altro. E se la vinciamo noi non la vincono gli altri. Nemmeno quelli lì...», questa la battuta dell’allenatore carpita alla fine di una seduta di allenamento a Castelvolturno.

IL TECNICO azzurro non chiede soltanto di arrivare fino in fondo: vero che la Coppa Italia è il torneo più facile. Con cinque partite si può arrivare al trofeo, ma il punto è un altro. In queste prime due fasi ad eliminazione diretta (ottavi e quarti) Ancelotti non solo vuole passare il turno, ma vuole che la pratica Sassuolo venga liquidata in fretta. All’allenatore non è piaciuto il Napoli poco concreto visto con la Stella Rossa, col Chievo e contro la Roma. Non vuole rischiare di farsi mettere in difficoltà da una squadra che fa un gioco offensivo e che crea sempre più di una palla gol a partita. Insomma, vietato incassare reti, perché c’è pur sempre il pericolo dei supplementari. Domenica prossima riparte il campionato, c’è la Lazio. Bisogna evitare fatiche inutili. E quindi spingere sull’acceleratore e mettere i quarti in ghiaccio, aspettando di sapere oggi se al cospetto ci sarebbe il Milan o la Sampdoria. E sarebbe già una sfida di livello, magari contro i rossoneri di Higuain, sempre che non scappi via prima. E allora buona Coppa Italia: oggi una vigilia dal sapore diverso. Quella di una coppa che non si snobba, ma che fa gola. Finalmente.