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Attorno troviamo miseria e macerie

Opinionista: 

Il Corriere della Sera ci dà conto di una storia bellissima. Viene dall’India orientale. È la storia del Signor Wayak, analfabeta. Fa il fruttivendolo di mestiere. Vuole che i suoi tre figli vadano a scuola. Per raggiungere la scuola più vicina, impiegano, ogni giorno, tre ore per andare e tre ore per tornare. A piedi. Ed allora Wayak che fa: prende zappa, piccone, scalpello e decide di costruire un altro sentiero, più breve. In due anni “costruisce” ben 7 km di strada nuova, perché “per lui non esiste piacere più grande della possibilità di tracciare una linea retta fra il suo paese e la scuola”. È a questo punto che qualcuno ha raccontato la storia ai giornali e Wayak è diventato una sorta di eroe nazionale ed il governo Indiano ha promesso di pagarlo per i chilometri e di completare quelli mancanti. Commenta Massimo Gramellini: “Di fronte alla bellezza di un’anima, come quella di un’opera, si finisce per restare ammutoliti. Non esiste alfabeto umano in grado di esprimere la meraviglia di un gesto come quello, semplice ed immenso, che quest’uomo ha compiuto per i suoi figli e, in fondo, per tutti noi”. Di converso, sullo stesso giornale, sempre di sabato 13 gennaio, è raccontata un’altra storia, ben più triste, che dà conto della miseria dell’animo umano. Il titolo: “Il primario chiede la bustarella, e la lista d’attesa svanisce”. E giù la storia, con dovizia di particolari, descritta da Gian Antonio Stella, che c’informa subito che il “fatto” non è accaduto (verrebbe da dire, ahimè!!, per molti) “nel solito Mezzogiorno carico di stereotipi, bensì in una delle aree di eccellenza della “virtuosa” Pianura Padana”. La storia si conclude, si fa per dire, con la richiesta diretta da parte di quel primario di ostetricia alla paziente, che altro non è che una reporter, di ben duemila euro, per garantire, in ospedale, l’intervento immediato. Casualmente, queste storie, così diverse se non opposte, sono sullo stesso giornale nello stesso giorno. Possiamo costatare quanta generosità, quanta nobiltà di animo ci sia nel fruttivendolo analfabeta e quanta “miseria umana” alberghi nel ricco primario della “virtuosa” Pianura Padana. Chi deve riflettere, rifletta. A me piace solo ricordare i miei genitori, e milioni di genitori come loro, che “costruirono” il cosiddetto “miracolo economico” italiano, ispirandosi ad un motto che mio padre ripeteva continuamente: “Dobbiamo progredire, i nostri figli devono andare a scuola”. Senza invocare nostalgie, se ci guardiamo intorno, troviamo miseria e macerie. Di Uomini e di Valori. E per fortuna ogni tanto ci viene qualche esempio ad illuminare questo tempo miserabile: dalla lontana India orientale ma anche dalle nostre parti, soprattutto, dal mondo del volontariato. E dalle parole di speranza di Papa Francesco. CINQUE STELLE. Un sondaggio commissionato da Forza Italia alla European Research di Alessandra Ghisleri dice della impetuosa avanzata del Movimento 5 Stelle nel Mezzogiorno d’Italia. Quel Movimento, che corre da solo, viene accreditato di percentuali fra il 32 ed il 35%. A cominciare dalla Campania. A prescindere dalla forza di attrazione che queste percentuali, per ora solo previste, esercitano anche in tanti “benpensanti”, nel mondo delle professioni e della cosiddetta società civile, pronti a saltare sul carro dato per vincente, mi pare opportuna qualche riflessione. Con queste percentuali al Movimento 5Stelle resta meno del 60% da dividere fra centrodestra e centrosinistra, senza ovviamente il neopartito guidato da Pietro Grasso. Una dicotomia fra il Partito delle protesta-populista, che comunque va “costituzionalizzandosi”, ed il “sistema” politico tradizionale, che ha per perno da un lato il Pd, dall’altro Forza Italia. Entrambe queste forze politiche esprimono sindaci ed amministratori locali e fondano, per lo più, il loro consenso sul potere e sulla conseguente sua dimensione clientelare. Rispetto al passato il Movimento 5Stelle occupa il posto che fu, con ben altro spessore, del Pci, che si opponeva al centrosinistra, a trazione Dc-Psi. Tutto questo al netto delle astensioni che, temo, ancora una volta supereranno il 40%. A meno che, un rigurgito di responsabilità democratica non induca molti a tornare alle urne. Staremo a vedere se le forze in campo riusciranno a costruire proposte allettanti per spingere gli astenuti del passato a tornare alle urne. Parlo del Mezzogiorno d’Italia: in questa orgia di “boutade” di giornata non se ne individua alcuna che specificamente parli alla gente del Sud e spieghi come propone di utilizzare le grandi risorse di questa terra: quelle umane e quelle relative alle vocazioni proprie del territorio. Proposte concrete che sappiano dare speranza e futuro a migliaia di giovani, di ragazzi senza guida, anche da famiglie e da scuola, alla ricerca di miti di giornata, fondati sul disprezzo per la propria vita e per quella degli altri. Basterà Paolo Siani, da solo, ad alimentare un ragionamento in grado di coinvolgere energie e saperi per accendere la speranza? D’ALEMA. Aldo Cazzullo gli chiede: “Quando prendete allora?” E l’eterno “baffino”, il “più intelligente”, il fu “lider maximo” risponde serafico: “Non mettiamo limiti alla Divina Provvidenza”. Una bella notizia questa, che ci dà il Corriere della Sera per la campagna elettorale: la Divina Provvidenza, secondo D’Alema, con tutte le tragedie del Mondo a cui deve pensare, dovrebbe dirottare il suo sguardo altrove, precisamente sulle sorti elettorali del nuovo partito, denominato “Liberi ed Uguali”, e determinarsi a convincere gli elettori italiani perché quel risultato elettorale sia “senza limiti”. Ma si può?! E nessuno, almeno finora, dei tanti soloni italiani ha pensato di ricorrere al grande principe Antonio de Curtis, per consigliare di ripetere, per l’occasione, il suo gesto indimenticabile, condito dall’eloquente sberleffo: “Ma mi faccia il piacere”! Per quelli poi che non possono dormire e cercano un rimedio nei talk show, consiglio di seguire le performance del neo leader di “Liberi ed Uguali”, il presidente del Senato Pietro Grasso: la saga delle ovvietà banali con giornalisti fin troppo benevoli ed accondiscendenti, che non osano affondare la lama nel “burro” di quelle amenità. Cosa non può il fascino della carica! O di quella posizione anti Pd ed anti Renzi?! Se poi uno non si accontenta di quello che passa il “convento” italiano, attraversa la Manica e trova il premier Theresa May che, preoccupata di un problema serio anche da quelle parti, “crea” un ministro della Solitudine. “Beata Solitudo, sola Beatitudo” declamavano gli antichi. Ma, a quel tempo, non “esisteva” la depressione, né l’alienazione sociale, né le famiglie che si frantumavano. La solitudine era una scelta di vita precisa e, pertanto, “sola Beatitudo”. Oggi è, purtroppo, una condizione sociale ben triste e frequente, tanto diffusa da indurre il governo di Albione, ed il suo premier, a nominare un ministro che si faccia carico del problema e proponga soluzioni per alleviarlo. Con quali iniziative non è dato sapere, ma, almeno, il tema è stato posto a livello più alto di quella antica democrazia. Ed è già un risultato. Sarà contagiosa questa iniziativa di Theresa May anche per i governanti italiani? Troverà spazio questo problema, serio e tristemente diffuso anche da noi, fra mille “trovate” elettorali di questi giorni? Se ci pensano i guru del marketing elettorale, i “solitari” – anziani, vedovi, clochard, giovani alienati, ma anche gli “schiavi” dei social – sono una larga fetta della nostra società, che non può essere condannata ad aspettare la morte, più o meno dolce, fra malinconie e tristezze. E qualche rammarico.