Ci vorrebbero sempre undici Mertens per vincere le partite
Una passione dietro l’altra. Non si può soffrire anche contro il Cesena nella prima delle tre gare che si devono vincere a tutti i costi per centrare almeno i preliminari di Champions. Il Napoli è stato capace di far alzare la testa ad un’altra squadra già retrocessa dopo aver pareggiato in casa del Parma. Si pensava che con l’uscita dall’Europa League ci si poteva concentrare sul campionato senza patemi ed, invece, ancora una volta si è dato voce ad un’avversaria che, con tutto il rispetto, non dovev essere messa in condizione di andare in vantaggio nel primo tempo e addirittura pareggiare prima di andare al riposo dopo i gol di Mertens e Gabbiadini. Ma ormai chiunque affronta gli azzurri sa che prima o poi un gol lo farà. Si contano sulle dita di una mano le squadre che non hanno segnato al Napoli. Davvero molto poche. Ma è il limite di una stagione che prima finisce è meglio è. Spiace per Benitez ma proprio non ha saputo far capire ai suoi come si difende. Alla fine contava vincere e il Napoli l’ha fatto. Con i tre punti tiene ancora aperta una strada che porta in Champions. Certo, guardando la gara di iesera ci si rende conto che se si gioca così anche contro la Juventus si torna a casa con una goleada e con l’addio alla corsa verso il terzo posto. Si dirà che la Lazio dovrà sempre giocare il derby con la Roma ma alle due capitoline basterà un pari per far fuori i partenopei. Non è piaciuto il Napoli ed è per questo che il pubblico presente al San Paolo l’ha fischiato in più di un’occasione. Come dare torto ai tifosi che erano presenti in massa allo stadio. Hanno dovuto assistere ad uno sperpetuo anche contro un Cesena ormai con la testa in serie B. Benitez, comunque, la vita se l’era voluta complicare lui evitando di mandare in campo gli uomini che avrebbero potuto fare qualcosa in più. A partire da Higuaìn. Ma anche l’assenza di Britos e Maggio si è fatta sentire. Koulibaly e Mesto non hanno dato garanzie in fase arretrata. Ma c’era da aspettarselo, è difficile rendere al meglio quando si gioca poco. La palma di migliore la merita Mertens. Si è visto subito che il belga era carico. A Kiev, appena entrato nella ripresa, aveva dato una spinta incredibile chiedendo in modo duro ai compagni di reagire. Contro il Cesena ha fatto la differenza. I bianconeri proprio non sapevano come fermarlo. Due gol e un assist per Gabbiadini. Mai domo, ha continuato a mettere pressione agli avversarsi. Contro il Dnipro ma anche in altre gare ce ne volevano altri dieci come lui ma purtroppo in tanti hanno ammainato la bandiera. Non per volere ma per il fatto che proprio non ce l’avevano nelle corde nelle varie sfide disputate. D’altronde il Napoli ha alternato gare perfette a tante altre pessime. Le squadre della parte destra della classifica sono state capaci di rubargli la bellezza di ventisei punti. Se solo se ne fossero conquistati la metà a quest’ora non ci sarebbe stata storia con Roma e Lazio e addirittura si sarebbe potuto lottare per lo scudetto. Da evidenziare, comunque, i fischi ad Higuaìn quando è entrato in campo dopo venti minuti della ripresa. Dai Distinti sono partiti gli applausi e i cori, qualcuno in tribuna ha avuto da ridire. Ma ci può stare. Non che il Pipita meriti le contestazioni ma col Dnipro ha fatto veramente poco. Ma il passato è passato. Dopo il Cesena sotto con la Juve. nato). Mertens è stato il più vivace in attacco, decimo gol con la “doppietta”, cinque reti nelle ultime nove partite (6 in campionato). Nella ripresa gli avvicendamenti azzurri: Higuain per Gabbiadini (66’), Insigne per Hamsik (83’), Gargano per Mertens (89’). Insigne dava nuova vivacità all’attacco, abile negli ultimi minuti a tenere palla sul minimo vantaggio (3-2). Ghoulam ha corso per tutta la partita, frequenti i cross. Un po’ in ombra Callejon. Meglio delle altre volte Jorginho. Bene Hamsik. Koulibaly era diffidato: ammonito, tornerà a riposo. Bene Mesto con qualche buon cross. Il Cesena ha finito sulle ginocchia sotto la maggiore pressione del Napoli nel secondo tempo. Qualche fischio nel finale (a Higuain?) mentre continuava a sventolare lo striscione “non meritate il nostro sostegno”. Applausi per Mertens. È andata bene.