Dove manca lo Stato ma ancor più la Città
Un territorio che sprofonda nella più deprimente banlieue: una delle spine più dolorose di quella “corona” che Francesco Saverio Nitti vedeva intorno a Napoli dopo lo scioglimento dei comuni che circondavano la Città stretta (si diceva “soffocata”) a ovest e a est. Un pezzo d’inferno dove “convivono”, in maniera primitiva, il terrore criminale seminato da una feroce malavita e la palpabile paura degli abitanti. Lo Stato e la Città (Napoli capoluogo e Città Metropolitana) costretti ad aprire gli occhi solo quando accadono fatti che inchiodano l’Uno e l’Altra a imperdonabili responsabilità. *** UN GIORNO MALEDETTO. È martedì 9 aprile. Nonno, figlio e nipotino camminano verso la scuola materna. Luigi Mignano, 57 anni, è un pluripregiudicato, cugino del boss Ciro Rinaldi soprannominato “May Way”, a sua volta nemico della famigerata cosca dei Mazzarella. Luigi (accanto a sé il figlio trentaduenne Pasquale incensurato) tiene per mano il nipotino di tre anni e mezzo. Improvvisamente, da una traversa del Rione Villa, alle loro spalle si materializza il rombo assordante di uno scooterone con due killer a volto coperto e casco integrale. Dieci colpi di pistola stridono lacerando l’aria. Colpito alla schiena, il nonno cade a terra e muore all’istante. Il figlio è ferito. Il bambino, terrorizzato, corre verso la scuola e lascia per terra lo zainetto. *** SCENA AGGHIACCIANTE. La scuola e, poco distante, la Chiesa madre. Un delitto efferato col rischio di colpire anche il bambino che scappa e abbandona, accanto al corpo del nonno, lo zainetto. A parte la feroce esecuzione in pieno giorno, è proprio questo l’elemento che suscita orrore. Sulle due facce dello zainetto c’è Spider man, l’uomo ragno, il personaggio dei fumetti inventato dallo scrittore Peter Parkes e diventato il “primo amore” di tutti i bambini. Commossa la testimonianza di Alessandra Clemente, assessore comunale: “Quell’immagine mi ha fatto rivedere subito l’uccisione di mia madre Silvia con la cartella abbandonata in strada da mio fratello Francesco”. *** INNOCENZA DEVASTATA. Di fronte a una scena così, Shakespeare avrebbe probabilmente detto “tutto il resto è silenzio”. Ma è bene, dati i tempi e i luoghi, che così non sia. Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione, vede nello zainetto, accanto al nonno “giustiziato”, la follia omicida della camorra che “manifesta la propria irriducibile spietatezza”. Se per il ministro dell’Interno Salvini “Napoli sconta troppi anni di abbandono”, il capo della Polizia Franco Gabrielli riconosce che Napoli tarda a diventare “una questione nazionale”. Solo “prese d’atto” per scaricarsi dalla coscienza promesse e impegni non mantenuti? Il tempo dirà. *** PER ORA LA PROTESTA. La preside della scuola, Valeria Pirone, si chiede: «Dobbiamo incatenarci davanti alla scuola frequentata da 800 alunni?». Scuola saccheggiata ripetutamente con furti di materiali didattici, che porta il nome di Vittorino da Feltre: un umanista del ‘400, autodidatta diventato magister puerorum, che riteneva la conoscenza l’arma più efficace contro le ingiustizie. Esprime dura condanna Modesto Bravaccino parroco da 9 anni della chiesa San Giuseppe dei Vecchi e Madonna di Lourdes cui si rivolgono gli abitanti sperando in un miracolo (una cappella laterale riproduce la grotta di Massabielle ai piedi dei Pirenei). A dispetto della toponomastica (strade coi nomi Ravello, Positano, Capri, Sorrento), il Rione Villa è un inferno: enclave di clan in guerra per droga, riciclaggio, predominio territoriale a base di stese e paranze (proiettili che arrivano fin dentro le case). Oggi Ezra Paund direbbe: «Ho camminato per queste strade, ho creduto che fossero vive». *** POLIZIA O RIFORME? I magistrati Antonella Fratello e Gianfranco Scarfò hanno il compito di sciogliere la rete malavitosa. Ma senza riforme incisive (lavoro, servizi, igiene) che entrino nel “corpo sociale”, la qualità della vita non migliora e il rispetto dei valori non si sente come un dovere . Il degrado è diretta conseguenza dell’abbandono. Il governatore De luca grida che “siamo alla barbarie”, ma non misura la distanza che c’è, quanto a disinteresse, fra il Rione Villa e la Regione. Il sindaco de Magistris invoca più Commissariati e Caserme, se la prende con lo Stato e si autoassolve. Ma Cantone gli ricorda che tutto può solo peggiorare se non c’è uno scatto di orgoglio da parte del Comune. Autorevole il richiamo di Aldo Masullo: Napoli non ha un progetto per il suo futuro. Lo dice nella sala della Giunta il giorno del suo 96esimo compleanno. Pesante la responsabilità di chi non ha coinvolto i cittadini in un coeso progetto di sviluppo. *** LA VOCE DELLE MAMME. Una lettera piena di dolore è quella che le Madri del Rione Villa, prima firmataria Anna Riccardi (presiede la Fondazione Famiglia di Maria) fanno arriva al Quirinale (“ci siamo sentite abbandonate da chi avrebbe dovuto garantire sicurezza e legalità”).Il presidente Mattarella legge e non mette da parte. Viene a Napoli per la mostra del Caravaggio e non trascura né la Sanità né il Rione Villa. Qui arriva senza scorta, lampeggianti o divise. Entra in chiesa e si siede in un banco per seguire la messa. È molto turbato. Ascolta poi attentamente don Bravaccino quando dice: qui tutti gli amministratori dovrebbero fare il proprio dovere.