Gomorra tra camorra e evocazioni bibliche
In I libri sulla camorra, la sua storia, i suoi riti, la sua ferocia, i suoi crimini, la sua influenza sulla società, sono centinaia e non basterebbe l’intero articolo del giornale per elencarli tutti. Ne sono autori sociologi, magistrati, giornalisti, storici e scrittori. Perciò sappiamo che al tempo dei Borbone, quando iniziò la sua attività delinquenziale e si diede un’organizzazione, la camorra controllava le estorsioni su quasi tutte le attività produttive, i mercati, le case da gioco, la prostituzione. Ha scritto, tra l’altro, Vittorio Paliotti a pag. 234 del suo “Storia della camorra”, edito da Newton&Compton: “Ma cos’è che rende paragonabile il 1982 con il 1882, oltre allo strapotere di un capo? Il numero altissimo dei taglieggiati in Campania nel 1982: su 52mila commercianti ben 26mila versavano una tangente e l’altissimo numero dei morti per le rappresaglie tra le diverse famiglie, notevolmente aumentato rispetto a un secolo prima” Oggi la camorra ha una dimensione mondiale (triadi cinesi, jakuza giapponese, ‘ndrangheta calabrese e le mafie americana, colombiana, russa, cecena, albanese…) con decine di migliaia di affiliati. I suoi utili sono calcolati in diecine di miliardi di euro, manovra le tecnologie più avanzate, sa sfruttare al meglio le garanzie di impunità di mercati sempre meno controllati, è parte integrante della finanza globale. Chi la pensa come il frutto del sottosviluppo dice una stupidaggine. Il libro di Roberto Saviano del 2006 sulla camorra di Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, Casapenna, Mondragone e Giugliano non rivelava nulla che già non si sapesse. Perciò ci voleva qualcosa di assolutamente nuovo, inusitato, fortemente evocatorio per evitare che il libro andasse nelle librerie come uno dei tanti scritti sulla camorra. Ed ecco l’idea del direttore editoriale della Mondadori quando si trattò di dargli un titolo capace di catturare l’attenzione dei lettori. Si ricordò di un passo della Bibbia: “Quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco e distrusse queste città. Il grido contro Sodoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave (Genesi 19, 12). Il peccato è oltremodo noto per doverlo spiegare. Ecco perché il libro ha il tiolo “Gomorra”. Per la forte assonanza con Camorra e per l’evocazione di colpe bibliche. A dispetto del fatto che i casalesi, i mondragonesi e i giuglianesi possono essere accusati di tutto tranne che di essere omosessuali. Ma tant’è. Il libro ha avuto un successo straordinario anche se immeritato al punto da trarne un film e uno sceneggiato televisivo con lo stesso titolo. E con la collaborazione di Saviano. Il Gomorra televisivo, ambientato nelle Vele di Scampìa, viene trasmesso da Rai4 ogni sabato in seconda serata. E dà una immagine di una città violenta, nella quale i camorristi napoletani ammazzano, taglieggiano, stuprano, trafficano in droga e in armi, commettono mille nefandezze. Ma anche se si pensa, sbagliando, che non rappresenta la realtà cittadina e che nessun danno procura alla immagine di un insediamento di 100mila abitanti e all’ intera città è pur vero che i recenti accadimenti criminali in alcuni quartieri del centro storico dimostrano che la camorra è viva e potente. Quel che è avvenuto recentemente al rione Sanità e a piazza Mercato non può essere liquidato come un normale regolamento di conti tra alcuni “cani sciolti”. Si tratta di qualcosa che deve preoccupare le autorità cittadine. Ma il sindaco Luigi de Magistris appartiene alla scuola di pensiero di Bassolino e della Iervolino secondo la quale la criminalità organizzata si manifesta quando diventa l’interfaccia di un potere corrotto e colluso e che viene privata del suo humus di coltura quando gli amministratori sono con le mani pulite e decisi a combattere ogni forma di illegalità, di violenza e di soprusi. Talchè con de Magistris sindaco di una città rinata, meta di milioni di turisti, con un popolo in sintonìa con l’amministrazione cittadina, impegnata nella soluzione dei suoi problemi storici è una bestemmia parlare di presenza della camorra a Napoli. Perciò nessuna preoccupazione per le ricorrenti guerre di camorra. E nemmeno per la fiction Gomorra su Rai4.