I fischi finali ci stanno ma siamo ancora primi
Guardiamo il lato positivo delle cose. Il Napoli, anche dopo il pari di ieri sera con la Dinamo Kiev, è ancora primo in classifica del suo girone. I tifosi, però, se lo sono dimenticati e hanno pensato opportuno di fischiare gli azzurri a fine partita. Si aspettavano un successo i 33mila presenti sugli spalti. Volevano ritrovare il sorriso anche in Champions League dopo la festa di Udine con la doppietta di Insigne. Ma, purtroppo, i giganti ucraini allenati da Rebrov hanno alzato un muro invalicabile che ha reso vano ogni tentativo di offendere in fase realizzativa. Va anche detto che il Napoli non ha fatto chissà che cosa per aggiudicarsi l’intera posta in palio. Il primo tempo è stato molto simile a quello alla Dacia Arena. Nella ripresa si è provato a fare qualcosa in più ma giusto Hamsik e Gabbiadini hanno tirato in porta, per il resto tutto piatto. «Il 3-3 tra Besiktas e Benfica ha condizionato inconsapevolmente i ragazzi», Maurizio Sarri ha provato a spiegare così la prova scialba dei suoi. Avessero vinto i portoghesi, allora forse c’era più voglia di chiudere i conti qualificazione. Ma visto ciò che è successo in Turchia, dove i padroni di casa, sotti di tre gol, sono riusciti a recuperare, il successo o il pareggio non avrebbero cambiato le possibilità di passaggio del turno. Nel bene e nel male, sarebbe servito sempre un pareggio il 6 dicembre prossimo al Da Luz. Sicuramente la vittoria avrebbe portato molto più entusiasmo nell’ambiente partenopeo, ma veramente non sarebbe cambiato niente per la qualificazione agli ottavi di finale. La verità è che poi il Napoli dovrà vestirsi da grande nel prossimo incontro in Portogallo. Lì serviranno gli attributi per cercare di non perdere. Il pari sarebbe il top ma vincere vorrebbe dire imporre la propria forza in un girone che inizialmente sembrava molto facile. Soprattutto dopo i due successi iniziali in casa della Dinamo e contro il Benfica al San Paolo. Poi è successo di tutto e di più. Si è perso ingiustamente con i turchi in casa e si è pareggiato sempre contro il Besiktas nella sfida di ritorno. Era destino, comunque, che la qualificazione, così come nell’ultima volta in Champions con Benitez allenatore, si dovesse decidere nell’ultima giornata. Si spera che l’epilogo non sia lo stesso visto che quel Napoli dovette alzare bandiera bianca con ben 12 punti in classifica. La notte europea al San Paolo ha mostrato una squadra azzurra sterile in fase offensiva ma molto compatta nel reparto arretrato. Sarà stato un caso, ma con il ritorno di Albiol al centro della difesa non si è preso gol dopo un bel po’ di tempo. Reina non è stato mai praticamente impegnato. Solo nel finale, in una uscita alta è stato maldestro perché avrebbe potuto combinare la frittata se un puntero avversario fosse riuscito a rubare il pallone e a calciare a porta vuota. Fatto sta che si è rimasti vergini la dietro, e purtroppo anche in avanti. Non è stato il solito Napoli dal gioco bello. Ad un certo punto il team si è appannato. Hamsik è stato in ombra così come Mertens. Ci fa piacere che Gabbiadini abbia avuto un ottimo impatto con la gara tirando due volte nello specchio della porta. Magari questa piccola esaltazione può aiutarlo a credere nei suoi mezzi. E soprattutto a convincere l’allenatore a puntare su di lui. Anche perché si è visto iersera che con l’attacco slim è cambiato molto poco. Tanto valeva la pena affidarsi ad una prima punta di ruolo come Manolo. Sì perché il bergamasco si sente tale. Se fossi in Sarri gli darei qualche altra opportunità. Poi magari a gennaio se ne andrà via per lasciare il posto a Pavoletti o a qualsiasi altro bomber. Ma visto che è ancora un giocatore del Napoli deve dare il suo contriuto fino alla fine.