Il peggio è passato, buon Natale a tutti
Da più di qualche anno a questa parte, da quando la devastante crisi internazionale si è aggiunta alle vecchie e nuove emergenze nazionali e locali, aggravandole, il nostro annuale augurio natalizio non poteva non risentire di questo clima. Troppi e dolorosi i costi pagati per poterlo esorcizzare con l’ottimismo di maniera e di circostanza. Ma oggi, anche se la situazione resta complessa e certi processi hanno bisogno di tempo per far sentire gli esiti positivi, forse si può cominciare a dire che il peggio è alle nostre spalle. Per usare una espressione semplice, siamo ormai come quel convalescente, che ha superato una grave infermità ma deve ancora riguardarsi, seguire attentamente qualche cura per tornare a vivere una vita normale e guardare al futuro con fondata fiducia. Non siamo noi a dirlo, ce lo dice il quadro politico internazionale che per volontà di popoli civili, in procinto di cancellare la maledetta polveriera del Califfato, già avviata verso un disinnesco definitivo dopo le stragi di tanti innocenti, comincia a ritrovarsi su scelte condivise anche di emergenza planetaria. È il sintomo di una nuova coscienza mondiale pronta a misurarsi sui veri nodi da scogliere. Non accadeva da tempo. Quanto alla realtà locale, della nostra amata città, anche qui, nonostante i primi fuochi di una campagna amministrativa, che si annuncia appunto rovente, ci sono segnali di una ripresa possibile. Quelle che erano opere destinate a testimoniare un immobilismo lungo e dannoso, drammatico e ingiusto in una metropoli ai primi posti per la disoccupazione giovanile e di ogni età, cominciano finalmente a imboccare il percorso giusto. Ci riferiamo “in primis” a Bagnoli, il cui commissariamento avrà potuto sicuramente ferire le oggettive prerogative di poteri locali, ma per come erano giunte a stare le cose, dopo venti anni di inconcludenza, si è dimostrato davvero provvidenziale. Presto lo verificheremo. Conoscendo, però, la capacità di lavoro del commissario Nastasi, un manager servitore dello Stato, che ha già dato buona prova delle proprie capacità a Napoli, c’è da giurare che le riconfermerà in una sfida decisiva. In questo auspicato risveglio, non dimentichiamo anche una parola magica, lo “smantellamento” di milioni di ecoballe a cielo aperto che, insieme, con il risanamento della “terra dei fuochi”, costituisce la più grande opportunità di riscatto di Napoli e del suo hinterland. Il Governo e la Regione premono, molto presto vedremo se questo giorno sarà davvero epocale. In vista del voto amministrativo a Napoli, vorremmo dire tante cose ai contendenti, aspettiamo però di leggere i programmi. Intanto pensiamo che potrà essere loro molto utile evocare quanto disse Papa Francesco, in visita a Napoli nella primavera scorsa: «La buona politica è un servizio alle persone, che si esercita in primo luogo a livello locale, dove il peso delle inadempienze, dei ritardi, dei bisogni… è più diretto e reale». Se lo ricorderanno? Auguri a tutti di buon Natale, in particolare agli affezionati lettori. E ai nostri valorosi “azzurri” che permettono alla nostra città di respirare aria da primato. Nel calcio.