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L’arma in più sarà l’attacco

Opinionista: 

Un grande stadio a Kiev, 70mila posti, per una grande impresa. Vibra la semifinale di Ritorno fra Napoli e Dnipro dopo l’1-1 dell’andata al San Paolo viziato dal gol in fuorigioco degli ucraini.Collina, designatore dell’Uefa, ha scelto ancora un arbitro di seconda fascia, il serbo Milorad Mazic, comunque alla sua terza semifinale di Europa League. Ha arbitrato in Champions, ma le ultime direzioni di gara sono state molto contestate (Atletico Madrid-Real Madrid e due partite dei recenti mondiali, Germania- Portogallo e Argentina-Iran, sempre dalla parte del più forte). Diresse Arsenal-Napoli 2-0. Quali saranno poi le “conseguenze” delle proteste di De Laurentiis dopo la gara d’andata sul “monarca” Platini? Avremo un arbitro all’altezza o il Napoli pagherà le proteste del suo presidente? Purtroppo, il calcio spesso non si gioca sul rettangolo verde e Maradona è sempre là a chiedere la destituzione dei potenti di turno con i loro giochetti, gli accordi indecenti e la corruzione ricorrente. Detto questo, il destino del match è tutto nei piedi e nella testa del Napoli. Pare che giocheranno le stesse formazioni dell’andata. I due allenatori, nell’ultima gara di campionato, hanno tenuto a riposo sette titolari il Dnipro, otto il Napoli. E’ il segnale più evidente dell’importanza di questa sfida a Kiev. Il Dnipro è andato oltre ogni aspettativa e il risultato di Napoli lo carica al massimo. Gli basterebbe lo 0-0 per andare in finale, ma non sembra una partita senza gol. Uno dei due mediani, Fedorchuk, è un difensore, così l’esterno destro Luchkevych. Un 4-1-4-1 rispetto al 4-2-3-1 di partenza con Fedorchuk davanti alla difesa e Luchkevych allineato in mediana con Kankava, Rota e Konoplyanka, esterno sinistro offensivo. Il potenziale d’attacco, almeno sei giocatori di primissima fascia, garantisce al Napoli di potere andare a segno. Markevich pretende da suoi una gara più coraggiosa rispetto all’andata. Anche il Dnipro cercherà di segnare non essendo sicuro di potere mantenere lo zero a zero nonostante la squadra sia costruita proprio sulla tenuta difensiva. Il Dnipro difficilmente incassa più di un gol. Solo la Dinamo Kiev gliene ha fatti tre. In Europa League, gli ucraini (battuti due volte dall’Inter) non hanno subito gol in cinque partite su tredici. Il Napoli dovrà entrare in campo per essere subito padrone della gara. Basta con i primi tempi regalati agli avversari (anche al Dnipro al San Paolo). Il gol dell’andata venne solo su corner (David Lopez), il portiere Boyko salvò tre volte su Higuain, un palo respinse una conclusione improvvisa di Insigne. Stavolta ci vorrà più pressione e più concretezza sotto porta. La difesa del Dnipro si regge sul brasiliano Douglas (1,90) che è uno dei due centrali insieme al più rude Cheberyachko. Al San Paolo se la cavarono anche i due esterni di difesa, Fedetskiy contro Insigne e il brasiliano Matos contro Callejon. La finale di Varsavia è un traguardo troppo prestigioso per fallire la spedizione in Ucraina che resta l’obiettivo numero uno di Benitez. Il Napoli dovrà guadagnarsi la supremazia sulle corsie esterne. Poi, se girerà Hamsik, la manovra offensiva sarà più efficace. Per Higuain un solo consiglio, battersi senza lamentarsi e innervosirsi. All’andata il centravanti Kalinic si vide poco, ma Konoplyanka fu un esterno sinistro pericoloso. Il terzino destro Fedetskiy (sfuggito a Ghoulam per il cross del pareggio irregolare) viene più avanti rispetto a Matos. Il regista è Rotan, 34 anni. Quattordici gol messi a segno nelle tredici gare di Europa League testimoniano che l’attacco degli ucraini stenta parecchio (hanno vinto tre volte per 1-0). Kalinic è il cannoniere con quattro reti. Ma Higuain, 7 gol nella competizione, punta al titolo di goleador dell’Europa League e gli servono due centri per sorpassare Alan del Salisburgo e Lukaku dell’Everton che non sono più in gara. Potrebbe cominciare a farsi largo a Kiev. Il match si annuncia equilibrato e il Napoli deve vincere o pareggiare con due o più gol. L’orgoglio di una finale storica sostiene il Dnipro. Al Napoli si chiede una gara di grande compattezza e determinazione. Il successo passerà dalla tenuta difensiva. Non subire gol, l’attacco dovrebbe fare centro. Se la testa degli azzurri e del tecnico era a questa semifinale, passando dalla batosta di Empoli al pareggio di Parma, è il momento di averne conferma. Il Napoli può farcela, ma deve essere un grande Napoli, sicuro di sé e pronto dal primo minuto.