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La banca (non) mi parla ed è (in)differente

Opinionista: 

Oggi è impossibile che la vostra attenzione non venga catturata da uno spot di qualche Banca. Il credito è diventato il prodotto più pubblicizzato, al pari dei servizi telefonici. Ogni banca non fa altro che lodare il suo operato. Surroga dei mutui, ristrutturazione del debito, apertura di linee di credito, il cliente oggi è frastornato e cerca di capire cosa gli viene offerto. Il problema è che dietro tutto questo non vi è sostanzialmente nessun cambiamento, il cliente si ritrova a dover firmare tanti nuovi contratti, informative, analisi di rischio ma solitamente non ci guadagna nulla, a differenza di quanto invece ci guadagna la banca. Nondimeno, l’ostacolo maggiore che il cliente non potrà mai superare sta nell'interpretazione dei contratti e ancor di più dei fantascientifici calcoli sui tassi d'interesse applicati in ogni operazione. Il fenomeno dell’usura bancaria pone proprio in risalto le condizioni di strapotere con cui operano le banche e gli operatori finanziari nelle operazioni di erogazione del credito che si traducono in un inevitabile stato di vessazione per le famiglie e gli imprenditori. La fattispecie dell’usura bancaria, che trova un referente normativo nell’art. 644 del c.p. come riformulato dalla L. n. 108 del 7 marzo 1996, si realizza allorquando le banche o gli operatori finanziari, nell’ambito di operazioni di erogazioni del credito, applicano commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e spese che superano il tasso soglia d’usura; si intendono usurari gli interessi che superano il limite legale nel momento in cui sono promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo, indipendentemente dal loro pagamento. L’art. 1815 comma 2 c.c. prevede che “se sono convenuti interessi usurati, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”. A ben vedere, il descritto fenomeno si verifica molto frequentemente nella prassi, in quanto, nelle operazioni di erogazione del credito, il tasso d’interesse effettivamente applicato (Taeg) non corrisponde mai sic et simpliciter al tasso effettivo globale (Teg), che gli intermediari finanziari indicano contrattualmente come il costo della suddetta operazione. In particolare, il costo di un’operazione di credito è destinato a lievitare lì dove si consideri che le banche addebitano al cliente in maniera del tutto arbitraria ed illegittima oneri ed interessi aggiuntivi; invero, durante le suddette operazioni, intervengono meccanismi che generano ulteriori interessi, come l’anatocismo nei contratti di mutuo e l’addebito della commissione di massimo scoperto nell’apertura di un conto corrente. Non solo. A tutto ciò, si devono aggiungere le spese che gli intermediari finanziari pongono a carico del cliente, quali, in via esemplificativa, le spese di istruttoria, le spese generali di amministrazione nonché le spese relative alla stipula della polizza. Tali spese, in moltissimi casi, sommate al tasso effettivo globale (Teg), superano il tasso soglia di usura. Con riferimento al menzionato fenomeno dell’anatocismo, che consiste nella produzione di interessi sugli interessi attraverso la capitalizzazione trimestrale degli stessi, la legge di Stabilità del 2014 ha modificato il testo unico bancario al 2° comma dell’art. 120 Tub ponendo la fine dell’uso, non normativo, degli interessi sugli interessi sui conti del correntista. Se consideriamo la pratica dell’usura bancaria utilizzata per oltre mezzo secolo dai banchieri e da 30 anni oggetto di battaglie giudiziarie con migliaia di sentenze di Tribunali, Corti di Appello, Cassazione e Corte Costituzionale, oggi non possiamo che accogliere con favore, il se pur tardivo ravvedimento operoso del Governo e della Banca d'Italia, ma bisogna agire con urgenza per farsi restituire dalle banche, l’indebito ed illegale lucro, estorto ai correntisti dal 1 gennaio 2014. È arrivato il momento che gli istituti di credito restituiscano il maltolto, e che il cliente faccia valere le proprie ragioni combattendo la tirannia dominante del mondo bancario .  *AVVOCATO