La grave crisi del Pd e il crollo del sistema
L a crisi con la conseguente scissione del Pd sembra oramai inevitabile, la responsabilità in gran parte va ascritta a Renzi che, conquistato il partito non ha saputo attendere e con l'aiuto dell'allora Capo dello Stato Giorgio Napolitano si è impossessato anche della guida del governo liquidando Letta. Frutto di inesperienza? La conquista del partito è avvenuto attraverso una sorta di primarie a cui i partiti in Usa come in altri Paesi fanno ricorso per scegliere i propri candidati per le elezioni del Capo dello Stato e dell'Esecutivo. Ma tutto ciò avviene con legge dello Stato e con l'obbligo del cittadino di recarsi nella propria sezione comunale per dichiarare per quale lista intende partecipare alla competizione primaria. Poi i candidati sono tenuti a predisporre la formazione di un comitato esplorativo che non ha condizionamenti nella raccolta dei fondi.Successivamente scattano i vincoli della legge elettorale. Il candidato dovrà registrarsi alla Federal election Commission(Fec) che controlla il processo elettorale nominando un comitato per la gestione dei fondi indicando anche un tesoriere che provvederà a comunicare tutti i conti bancari ed altro. La Fec deve essere informata della provenienza di ogni fondo ricevuto, seguono poi ulteriori procedure anche per eleggere il collegio elettorale. È chiaro che l'elettore può votare in tali primarie solo nel partito dove si è dichiarato. Nel nostro Paese, invece, affidiamo tale responsabilità ai gazebo per cui un cittadino può votare in “gazebi” diversi per tutti i partiti e candidati che vuole. E ciò si è già verificato proprio per l'investitura di Renzi. Forse qualcuno ricorda i disoccupati mobilitati! Eravamo abituati ed almeno in questo non ci sentiamo arretrati, che le scelte e la selezione della classe dirigente avveniva attraverso i congressi degli iscritti al partito, dove era possibile far valere le proprie tesi sui problemi che investivano il Paese. La democrazia in un Paese sinceramente che crede in tali principi prevede che la classe dirigente va continuamente ricambiata e ciò vale per chi governa e per chi svolge il ruolo di opposizione, ma non brutalmente rottamata dal punto di vista “generazionale”. A volte ci sono giovani non all'altezza del compito ed anziani ancora in grado di offrire un contributo per la soluzione dei problemi del nostro Paese. Il nostro sistema politico si è retto per anni, come indicava la Carta Costituzionale, sui partiti. Una volta venuto meno il ruolo di questi partiti quali mediatori tra la politica e la società, il sistema è crollato. Abbiamo così assistito alla nascita di veri e propri padroncini che non hanno mai garantito la pur minima democrazia interna. Tutto ciò accompagnato dalla caduta di ogni bagaglio ideologico ha generato il crollo del sistema. Ed oggi i partiti sono sempre più aperti ai gruppi di interesse mentre sono allentati notevolmente i rapporti con le organizzazioni collaterali, sindacali e religiose. In questo quadro perdono peso politico gli scritti e declina la militanza di base con leader considerati niente più che “burattinai” senza alcuna credibilità. A volte l'obiettivo in caso di scioglimento di un partito è quello di recuperare, per impossessarsene del patrimonio immobiliare. Ed allora prima di parlare di primarie (fittizie) è quanto mai necessario riorganizzare il sistema di partiti nello spirito dell'articolo 49 della Costituzione con controlli della democrazia interna, certificazione dei bilanci, eliminazione società partecipate, incompatibilità a tempo pieno per i parlamentari e consiglieri regionali ed i sindaci dei comuni capoluogo. Ineleggibilità per organizzazioni autonome (vedi magistrature). Ripristino, poi, dei Congressi interni per aprire il dibattito per tutto il tempo necessario e non certo in pochi mesi come intende Renzi, per affrontare i problemi del Paese che sono il lavoro specie per i giovani, la formazione, il recupero del potere di acquisto delle famiglie, la riforma dello stato sociale e del fisco, dell'immigrazione, la regolamentazione democratica dell'informazione, la riforma della giustizia e la sicurezza. Per fare ciò occorre una classe dirigente all'altezza del compito e non compromessa.