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La salute fisica e psicologica può fare la differenza nel finale

Opinionista: 

La Roma ha trattato il Milan come il Napoli il Cagliari. Anzi peggio. Se qualcuno vuole Montella lo chiami. Forse è libero. La Roma ha dormito bene, sabato sera, anche se la visione di un Napoli strepitoso suggeriva una notte da incubi. Il Milan, presentato come avversario temibile soprattutto perchè inquilino di San Siro, ha semplicemente giocato come l’Inter di Genova - anzi peggio -, perdendo malamente e confermando una dolorosa (per il calcio italiano) realtà: le milanesi non sono più italiane, ma cinesi, e il loro stadio non è più l'Università del calcio ma una scuola in crisi nonostante la nomina di nuovi non magnifici rettori. I giallorossi - risvegliati dall’urlo di Monchi - hanno evidentemente scelto di correre con le proprie gambe e di giocarsi il futuro sottraendosi alla morsa del duo Spalletti-Totti le cui schermaglie, una volta rivisitate nei dettagli, riveleranno che un’avversaria in grado di tener testa alla Juve s’è persa per strada per un malessere mente/cuore, una sorta di depressione indotta dai suoi leader. Il Napoli, a sua volta, ha pagato le distrazioni difensive ma a tre giornate dalla fine il duello per la Champions sicura - secondo posto - continua e il Napoli mantiene secondo me il vantaggio di una salute fisica e psicologica eccellente. Funziona, in Casa Napoli, non solo la maestria di Sarri che ha creato un gioco brillante dopo avere letteralmente inventato Mertens centravanti all’indomani dell’incidente di Milik. Pregando certi addetti ai lavori di smetterla di parlare di “finto nueve”, così trasmettendo ignoranza pedatoria, mi preme sottolineare una volta di più i frutti di quella invenzione: primo, la liberazione di Insigne dalla staffetta con il belga, alla quale è seguita una crescita inarrestabile delle sue qualità e del suo rendimento; 2) una sorta di pacificazione totale del gruppo che ha trovato non solo una perfetta intesa tecnica e tattica (il primo tempo con l’Inter e l'esibizione con il Cagliari meritano di essere studiati a Coverciano) ma la solidarietà che ai tempi di Mazzarri favorì il primo accesso ai vertici d'Europa. C’è poi un dettaglio...economico: la “trovata” di Sarri - al quale non smetterò mai di chiedere una svolta difensiva degna del suo lavoro - ha dato a Mertens, un trentenne che sembra un ventenne, un valore di mercato straordinario, altro che i centomilioni di Mbappè; e allora, mentre continua la sfida Roma-Napoli, un vanto anche per il calciosud, consiglierei di metter mano al portafoglio e cercare e conquistare subito - prima che il mercato “alla Raiola” impazzi - i rinforzi per l'Europa e per poter sfidare davvero la Juventus, “umanizzata” dall’avventuroso turnover di Allegri nel derby torinese. Servono un portiere/bis, un centrale eccellente e un centrocampista- leader che trasformi il reparto anche in una seconda barricata difensiva. Non faccio mai nomi ma sabato sera ho visto nel derby tre giocatori interessanti che certo non scopro io: Baselli, Zappacosta e Boyé, il ventunenne argentino che Mihajlovic ha inspiegabilmente sostituito. E venne il gol di Higuaìn.