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Ma il Governo non stacca la spina

Opinionista: 

Il metabolismo narrativo della politica italiana segna il fragoroso successo di Vito Bardi nelle Regionali lucane. Vittoria larga, convincente, senza particolari ostacoli. A conferma di un candidato di straordinaria qualità che trascina letteralmente al successo l’intera coalizione. Dopo il crescendo di Abruzzo, Sardegna e Basilicata, dopo il chiaro ridimensionamento del partito a 5 Stelle, qualcuno inizia a chiedersi se non sia arrivato il momento di staccare la spina e di esportare organicamente la coalizione di centro- destra dal livello locale a quello nazionale. Ma non ci sono ancora le condizioni. La politica del doppio forno premia costantemente Salvini, capace di sintonizzarsi meglio di tutti al clima, agli umori che attraversano il Paese. Un sano decisionismo, corredato da quotidiani spiccioli di buon senso, fanno crescere giorno dopo giorno il suo elettorato, staccando nettamente nei sondaggi i grillini e guadagnando ulteriore spazio all’interno della vecchia coalizione di centrodestra dove , ormai, Berlusconi e la Meloni corrono il rischio di restare semplici comparse. In questo contesto, non è ancora tempo di scelte, non è ancora l’ora di migrazioni. C’è ancora da corrodere elettorato in tutte le direzioni ma ci vuole calma e sangue freddo. Sapendo che il Governo ha ancora molto spazio davanti, almeno quattro anni, e, con l’elettorato fluido che si ritrova il Paese, ogni arrampicata può rivelarsi possibile, anche quella di restare sostanzialmente autonomi oltre che maggioritari nel centrodestra stesso. Nel frattempo, in vista delle Europee, Salvini allarga intelligentemente il suo orizzonte. L’idea di un’assemblea europea di tutti i sovranisti, in Italia, a pochi mesi dal test per Bruxelles, è un modo coerente per porsi al centro del sistema, provando ad intestarsi un forte nucleo di europarlamentari che non saranno sicuramente maggioranza ma possono rappresentare larghi settori dell’assemblea. E la partita delle Europee, in un contesto continentale così sfilacciato, fin troppo ricco di contorte rivalità, sarà un ulteriore passaggio decisivo sulla strada delle nuove gerarchie politiche. Tra margini di offerta politica così limitati e risicati, la Lega, quindi, può crescere ancora. Soprattutto se riuscirà a mettere in campo, come in Basilicata, figure come Vito Bardi, capace di conquistare da solo una credibilità personale che va ben al di là dei partiti della sua coalizione. Interprete di un’Italia sana che non cerca più maschere di scena.