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Mezzogiorno: 3 deserti sono davvero troppi

Opinionista: 

Destino infame. È quello del Mezzogiorno. Una volta si parlava delle industrie che apparivano cattedrali nel deserto. Da molto tempo viviamo in un deserto senza cattedrali. Ma il terzo “deserto” appare adesso il più pericoloso di tutti: la mancanza di idee e progetti. Certo, i finanziamenti nazionali ed europei servono, ma se non si sa cosa farne, a che servono? Diceva Seneca: non c’è vento favorevole per il navigante che non sa dove andare. Diceva Massimo Troisi che si ricomincia sempre da tre, ma tre deserti non sono un po’ troppi? Una strigliata alla classe che conta viene da Giorgio Napolitano ora nella veste di presidente emerito della Repubblica (“delle politiche di programmazione e dell’intervento straordinario per il Sud, sia nel bene che nel male, nelle ambiguità e nelle incompiutezze, non c’è più traccia”). Non meno allarmato il giudizio di Paolo Savona, “economista di razza”, che presiede la Fondazione intitolata a Ugo La Malfa (“scenario nettamente peggiorato, troppe le promesse a vuoto”). *** Multinazionali addio. Ci si mettono anche loro, in due modi: sia quando sbaraccano dalle nostre parti e se ne tornano all’estero, sia quando lasciano solo un parte dell’Italia. Vanno via dal Sud, ma non dal Nord. La Whirlpool di Carinaro non vuole più saperne, in Piemonte invece salva il lavoro e ricolloca i suoi dipendenti di Torino. Nel Casertano per la fretta di andar via non ha fatto nemmeno un saluto di cortesia. *** Ferrovie e sviluppo. Dice il proverbio che chi va piano va sano e va lontano…. Ma a noi è la seconda parte che ci inquieta. Pensiamo ai trasporti. A noi arrivano solo le briciole di quanto viene stanziato. E negli ultimi dieci anni queste briciole si sono ulteriormente assottigliate. Il sogno di andare sui treni veloci da Napoli a Bari? Se questi sono i tempi, dovremo aspettare almeno un secolo. *** Scenario da brividi. Per tutti, ma non per l’ineffabile de Magistris dal doppio incarico (Sindaco a Palazzo San Giacomo e presidente della Città Metropolitana). Torna dall’America tutto allegro e ironizza su Giorgio Napolitano (“per fortuna non detta lui la linea”). È un caso che all’Istituto di Cultura nyorkese l’ineffabile magistrato-demagistrato sia stato accolto con ‘I so pazzo? Umberto Ranieri gli replica che fa più bella figura quando sta zitto, mentre per Gianni Lettieri continua a raccontare un film che sta solo nella sua testa. *** L’abuso che unisce. Per questa ipotesi di reato va a processo Maria Maddalena (o Marilena) Cantisani, napoletana laureata in Architettura, compagna dell’ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca ora fresco fresco presidente della Regione Campania. Una baracca del quartiere periferico di Brignano che diventa un box auto (“con un notevole aumento della planimetria originaria”) la coinvolge nella qualità di responsabile delle Trasformazioni edilizie del comune salernitano. Abuso (d’ufficio) il reato che è costato a De Luca la condanna in primo grado. *** Capitale nuovo volto. Da caput mundi ormai Roma è decisamente una caput immundi con le mazzette entrate fin dentro la “casa di Cesare”, sì il rifacimento di un a parte del Campidoglio dove il grande imperatore appare sempre più sconcertato! Cambiano anche figure e ruoli. La lupa che allattò Romolo e Remo è diventata una mucca da mungere. E non mancano gli sbruffoni millantatori. Il ras delle coop romane, Salvatore Buzzi, minacciosamente afferma di avere tanti segreti che, se li rivelasse, cadrebbe il Governo. Tutto già visto. Quante volte abbiamo sentito Raffaele Cutolo, ai tempi in cui era “qualcuno”, dire che aveva in mano tante carte da far cadere non uno ma dieci Governi? *** Sgarbi d’autore. Nelle basiliche paleocristiane di Cimitile, per l’apertura del Premio letterario giunto alla ventesima edizione, l’impareggiabile Vittorio non esita ad affermare che “Berlusconi è perfino più onesto che capace”. Quando prese di mira Rosy Bindi non esitò a dire che era “perfino più bella che intelligente”.