Nel 2015 per coprire un anno di contribuzione volontaria occorre una spesa minima di 2.909 euro. E se si è stati autorizzati dopo il 31 dicembre del 1995 si dovrà spendere 522 euro in più. Il 30 giugno scade il termine per il pagamento relativo al trimestre gennaio-marzo, primo dei quattro appuntamenti di quest’anno (gli altri tre sono fissati al 30 settembre, 31 dicembre e 31 marzo 2016). L’aumento, rispetto al 2014, è dovuto alla consueta lievitazione delle retribuzioni di riferimento, aggiornate allo 0,20% per via dell’inflazione. La «volontaria» coinvolge numerosi ex lavoratori (soprattutto donne) che hanno scelto di continuare l’assicurazione pagando in proprio, con lo scopo di maturare comunque il diritto alla pensione. Da un’occhiata sommaria alle tabelle, i cui nuovi parametri sono indicati nella circolare Inps n. 57/2015, si nota facilmente come costa sempre di più «farsi» una pensione da soli, per chi si è ritirato prima del tempo dall’attività lavorativa. Non solo, ma in passato la sola autorizzazione al versamento ha costituito un ottimo scudo per difendersi dalle novità in materia di requisiti pensionistici. Dopo la riforma Monti-Fornero, ora non è più così. Valori 2015. Le somme da versare differiscono a seconda della decorrenza dell’autorizzazione: prima o dopo dicembre 1995. L’ammontare del contributo volontario si ottiene, infatti, applicando alla retribuzione di riferimento (quella dell’ultimo anno di lavoro) l’aliquota contributiva vigente che per gli ex dipendenti è pari al 27,87%, se autorizzati sino al 31 dicembre 1995, e al 32,87% (33,87% per le quote eccedenti i 46.123 euro annui) per le autorizzazioni successive. Esiste anche una retribuzione base (minimale), pari al 40% del minimo di pensione mensile. In altri termini, per il 2015, con un minimale di retribuzione settimanale pari a 200,76 euro, il contributo non può essere inferiore a 55,95 euro per i soggetti autorizzati sino al 31 dicembre 1995 e a 65,98 euro per le autorizzazioni successive. Il pagamento dei contributi volontari può avvenire in tre modi diversi: 1) utilizzando il bollettino Mav (pagamento mediante avviso); 2) online, sul sito internet www.inps.it; 3) telefonando al numero verde gratuito 803.164, utilizzando la carta di credito; Uno scudo perforato. La possibilità di versare volontariamente in occasione delle precedenti riforme ha sempre costituito una vera e propria polizza assicurativa. A cominciare dall’elevazione del minimo di contributi richiesto per la vecchiaia, innalzato da 15 a 20 anni dalla riforma Amato del 1993, dove è prevista la conservazione dei «vecchi» 15 anni in favore dei soggetti autorizzati alla volontaria entro il 31 dicembre 1992. Per non parlare dei famosi «blocchi» temporanei delle pensioni di anzianità, avvenuti più volte tra il 1994 e il 1998, che in questi casi non hanno trovato applicazione, Ora la musica è cambiata. Solo un ristretto numero di contribuenti volontari è infatti riuscito a rientrare nella schiera dei cosiddetti “salvaguardati” dall’inasprimento dei requisiti pensionistici della riforma Fornero. Ciò non toglie che la richiesta di autorizzazione alla volontaria, alla cessazione o sospensione dell’attività lavorativa, sia inutile. Non costa nulla e non è impegnativa. Inps

LA CERTIFICAZIONE UNICA 2015 E’ disponibile il modello di Certificazione Unica dei redditi. Il modello è necessario per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Per ottenere la Certificazione Unica, si può accedere al servizio online disponibile su questo sito dalla voce “Servizi al cittadino”. Si può visualizzare e stampare il modello della Certificazione Unica e per questo servizio è necessario avere il Pin. Chi non ne è ancora in possesso può richiederlo: direttamente online sul sito istituzionale – sezione Servizi > Pin online; tramite Contact Center al numero 803164 gratuito da rete fissa o a pagamento dal cellulare al numero 06164164: presso le sedi Inps. Per imprese, consulenti e professionisti