Il decreto presidenziale relativo alla nuova agevolazione per le neomamme che attua le disposizioni introdotte dalla legge di stabilità per il 2015 finalizzate all'incentivo della natalità ed al sostegno delle spese correlate (il cosiddetto bonus bebè). è arrivato in Gazzetta Ufficiale (la n. 83 del 10 aprile scorso). Il provvedimento, prefigurato dalla Finanziaria 2015, era atteso da fine gennaio. Nel decreto si stabilisce come l'Ente di previdenza abbia avuto 15 giorni di tempo per mettere a punto i modelli attraverso cui inviare la richiesta per ricevere la prestazione economica. "La domanda per l'assegno (le cui istruzioni ed i moduli sono stati diffusi a partire dal 25 aprile scorso) è infatti presentata all'Inps per via telematica secondo specifici modelli appositamente predisposti dall'Istituto entro il quindicesimo giorno dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto", si legge nel testo pubblicato nella G.U.. Si prevede anche che l'Inps assicuri "le modalità più idonee per facilitare l'accesso alla misura da parte dei nuclei familiari, anche mediante le proprie sedi territoriali, il contact center e procedure informatizzate assistite". Quanto ai tempi entro cui trasmettere la relativa istanza, nel dpcm viene riportato come possa essere avanzata "dal giorno della nascita o dell'ingresso nel nucleo familiare a seguito dell'adozione del figlio". Inoltre viene opportunamente puntualizzato che "ai fini della decorrenza dell'assegno dal giorno della nascita o dell'ingresso nel nucleo familiare a seguito dell'adozione, la domanda deve essere inoltrata non oltre il termine di 90 giorni dal verificarsi dell'evento ovvero entro i 90 giorni successivi all'entrata in vigore del presente decreto". Nel caso in cui la richiesta sia inviata oltre i tempi postulati, "l'assegno decorre - si chiarisce - dal mese di presentazione dell’istanza". L'incentivo alla natalità, viene ricordato nel decreto, passa attraverso un assegno pari ad 960 euro per figlio, ovvero 80 euro mensili, per le famiglie con un Isee non superiore ai 25 mila euro. Per i nuclei sotto 7.000 euro il bonus raddoppia. Il trattamento numerario è concesso fino al terzo anno di età o d'ingresso nel nucleo familiare a seguito dell'adozione. Nella decretazione viene anche segnalato l'arco temporale di validità del bonus, che opera per "per ogni figlio nato o adottato tra il 1 gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017". Il provvedimento normativo che lo istituisce, un dpcm, è composto da sei articoli e porta le firme del premier Matteo Renzi, oltre che dei ministri dell'Economia, Pier Carlo Padoan, del Lavoro, Giuliano Poletti, e della Salute, Beatrice Lorenzin (siglato il 27 febbraio, registrato dalla Corte dei Conti il 31 marzo). Il bonus – si ribadisce nuovamente - corrisponde a 960 euro all’anno, pagati mensilmente. Ne hanno diritto le famiglie che hanno avuto un bambino (o lo hanno adottato) nell’arco di tempo che va tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. L’incentivo non spetta a tutte le famiglie, ma solo a quelle il cui Isee non supera 25mila euro, valore determinato utilizzando il nuovo indicatore entrato in vigore proprio all’inizio di gennaio. Se l’Isee non supera i 7.000 euro, l’importo del bonus raddoppia a 1.920 euro l’anno. Il trattamento economico compete per tre anni (ossia fino al terzo anno di età del figlio o al terzo anno di entrata in famiglia per quelli adottati). Sarà sufficiente richiederlo solo il primo anno. Per il secondo e il terzo occorrerà soltanto rinnovare l’Isee. Per ottenere il bonus, l’interessato dovrà inoltrare apposita istanza all’Inps, presentando il modulo bonus bebè Inps per via telematica direttamente se si possiede il Pin dispositivo dell’Istituto, oppure, recandosi presso intermediari abilitati (Patronati, Caf ecc.), che provvederanno a compilare il modello di richiesta e trasmetterlo online all’Ente assicuratore. La domanda andrà depositata entro massimo 90 giorni dalla nascita del figlio. In tale ipotesi non si perde alcuna mensilità, mentre se la richiesta sarà effettuata dopo i 90 giorni il bonus decorrerà da tale data. Poiché il Dpcm è arrivato successivamente al periodo di applicazione del bonus (che è valido per i nati o gli adottati dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017), in prima applicazione i 90 giorni si calcoleranno dalla data di entrata in vigore del decreto stesso e quindi non si perderà alcuna mensilità. Come già riferito, per il secondo e il terzo anno non sarà necessario rinnovare l’istanza ma si dovrà richiedere l’Isee aggiornato. Verificata la sussistenza del requisito, l’Inps continuerà a erogare il contributo, o in caso contrario lo sospenderà. Il bonus, inoltre, sarà collegato al bambino e non ai genitori.