Catagna è il vocabolo con cui, in gergo stretto, i pescatori dell’area flegrea designano l’anfratto tra le rocce in cui si nascondono i pesci per tentare di sfuggire alla cattura. La Catagna è il nome che la famiglia Della Ragione ha scelto per la propria trattoria di mare, deliberatamente evocando l’idea del pesce appena pescato, involontariamente avvertendo gli avventori, ove mai conoscessero il significato del termine, di dover scovare il ristorante tra le diramazioni, tutte dirette verso splendidi e non retorici affacci sul mare, di quella estrema propaggine peninsulare di Bacoli che è il borgo via Pennata allungato verso lo scoglio omonimo, distaccatosi chissà quando e giacente a mo’ di falce di luna in mezzo all’acqua. Approdo da conquistare, nessuna indicazione per raggiungere quella che potrebbe arrivarsi a considerare una stanza da pranzo, tanto l’ambiente è accogliente e informale. Più che di cucina a vista, del resto, si può parlare di cucina aperta sulla piccola sala - una trentina di coperti - da cui lo sguardo si allunga sul verde della vegetazione dei costoni tufacei che prorompono dal pelago e sugli azzurri diversamente intensi del mare battuto dal vento e del cielo che lo chiude in fondo, all’orizzonte. A “la Catagna” è un po’ come essere ospiti in casa di amici. La famiglia lavora in cucina mentre gli ospiti mangiano e chiacchierano talora unendosi alle discussioni di casa. Elio in sala appare scontroso sembra quasi soppesare l’ospite per verificare se valga la pena lasciarsi andare o meno uno scambio di battute e diventa appena più espansivo via via che si mostra interesse per i piatti e gli ingredienti, solo dopo aver verificato, dunque, l’apprezzamento per la cura che si ripone nella selezione – finanche il sale non è scelto a caso - delle materie prime. Crescenzo, il fratello cuoco, e Maurizio, lo zio che impasticcia dolci squisiti indossando un eloquente grembiule arlecchinesco, sono di tempra allegra e fanno da contraltare alla ritrosia di Elio, in una sorta di gioco delle parti. Giusto il tempo di sedersi e guardarsi intorno e arriva in tavola la carta dei vini. Manifestata perplessità, non avendo ancora scelto il cibo si riceve il severo ma giusto ammonimento: “non esiste un vino che si abbini a un pranzo intero”. Il tono del richiamo è tale che le parole giungono all’orecchio già tradotte in: “dai, non fare il professore”. Alla Catagna, tra l’altro, come annuncia brutalmente e trionfale Elio, non si mangia a la carte, si va a menù fisso, tranne che per solo i secondi e i dolci. Partenza con una teoria di antipasti in cui spiccano la “polipessa” alla genovese di cipolla ramata di Montoro, accompagnata da un ottimo humus e imperdibili polpette fritte di baccalà e patate. Già entusiasti si arriva all’apoteosi della linguina allo scoglio ricca di cozze, scampi e un rarissimo granchietto rosso. L’estetica del piatto è tale che si fa fatica ad attaccare il granchio e lo scampo. Prevale, ça va san dire, l’ingordigia e ci si ritrova a combattere con la dura ma fragile corazza rossa per estrarre microgrammi di succulenta e saporita polpa. Tra i secondi il pur ottimo tonno arrostito, affatto stopposo, è surclassato dal cefalo cerino la cui cottura arrosto è eseguita magistralmente. Carne morbida e succulenta, pelle croccante e saporita che Crescenzo, con tono cordialmente imperativo, suggerisce di mangiare, di tal che, pur per assurdo volendo sottrarsi, non sì potrebbe senza un rossore di vergogna. Piatto che da solo vale l’escursione. Si giunge ai dolci, rimanendo senza parole; forse ne resta una: divini. Ha evidentemente a che fare con il soprannaturale l’abilità di Maurizio che propone una coda d’aragosta con crema chantilly ed una millefoglie con crema e amarena senza uguali nel mondo conosciuto. Zuppa inglese con meringa deliziosa, tiramisù e qualche altra preziosa squisitezza. Solo il pudore ed il timore di esplodere come un kamikaze, di ciccia, però, piuttosto che di tritolo, possono indurre a deporre le posate, resistendo all’invito cortese a provar tutte le delizie. Euro 40 dall’antipasto al dolce, vini esclusi. Carta dei vini ristrettissima ma selezionata. LA CATAGNA VIA PENNATA, 26 – BACOLI TEL. 081/5234218 COORDINATE 40.793702 14.084892