La mobilità urbana è ancora fortemente sbilanciata verso l’uso di veicoli privati. Secondo l’ultimo “Rapporto Annuale” dell’Istat, quasi quattro italiani su cinque, che si spostano giornalmente per motivi di lavoro, utilizzano mezzi di trasporto privati e, tra quanti ricorrono all’auto, solo l’8,3% viaggia come passeggero. Non a caso, il tasso di motorizzazione in Italia, pari a 625 autovetture ogni mille abitanti, è nettamente maggiore di quello registrato nei principali paesi europei (555 in Germania, 492 in Spagna, 479 in Francia, 469 nel Regno Unito). Nel nostro Paese, gli utenti abituali di autobus, filobus e tram sono appena l’11,2% dei residenti con più di 14 anni d’età: il 35,1% nei centri delle aree metropolitane, meno del 10 per cento nei comuni periferici. In generale, il trasporto pubblico locale (Tpl) risulta sottoutilizzato anche perché ha risentito negativamente della crisi economica che ha determinato, in particolare fra il 2009 e il 2014, una contrazione dell’offerta di servizi. Negli stessi anni, tuttavia, si è registrato un notevole sviluppo delle infrastrutture su ferro (tranvie e metropolitane). Le città dotate di linee tranviarie in esercizio sono appena 13, ma soltanto due - Torino e Milano, in cui si concentrano i due terzi dell’intera infrastruttura - dispongono di una rete relativamente densa (99,3 km per 100 kmq a Milano e 55,8 a Torino, contro i 6,1 di media delle altre città servite). Tuttavia, l’estensione complessiva delle reti tranviarie (376,4 km) è cresciuta costantemente negli ultimi anni (+14,4 per cento nel quinquennio 2011- 2016), grazie anche alla reintroduzione del tram in diverse città, dopo le dismissioni avvenute nel dopoguerra. Più sostenuta è stata, poi, la crescita, negli ultimi anni, delle reti di metropolitana, grazie agli ampliamenti realizzati in sei delle sette città che ne sono dotate (Torino, Genova, Milano, Roma, Napoli e Brescia). Milano, con 39,9 km per 100 kmq , è di gran lunga la città con la maggiore densità di rete, seguita da Napoli (15,8), Brescia (15,2) e Torino (10,2). Nelle città italiane, le aziende di Tpl offrono mediamente circa 4.600 posti-km per abitante, così ripartiti fra le diverse modalità di trasporto: autobus e filobus 60,3%, metropolitana 30,9%, tram 7,1%, funicolare/ funivia e trasporti per vie d’acqua 1,7%. L’entità e la composizione dell’offerta variano sensibilmente , oltre che in relazione alla dimensione dei centri urbani (nelle città metropolitane la media sale a quasi 6.800 posti-km per abitante), anche fra le ripartizioni geografiche: i comuni maggiormente serviti, e con un’offerta più bilanciata fra le varie modalità di trasporto, sono quelli del Nord e del Centro. Tra questi, primeggiano Milano e Venezia: il primo con oltre 15mila posti-km per abitante, forniti per quasi l’80% da tram e metropolitana, ed il secondo con oltre 11mila posti-km per abitante, cui contribuiscono in misura rilevante i trasporti per vie d’acqua. Nel Mezzogiorno, invece, l’offerta è molto più bassa: poco meno di 2.100 posti-km per abitante - meno della metà della media italiana e poco più di un terzo di quella del Nord - con una marcata prevalenza dei trasporti su gomma (84,5%). Nel biennio 2015-2016, l’offerta di trasporto pubblico locale ha recuperato buona parte della flessione registrata nel quadriennio precedente. Purtroppo, però, da questa ripresa sono rimaste escluse le città meridionali, dove l’offerta ha continuato a ridursi anche dopo il 2014, accumulando nel periodo 2011-2016 una perdita di 11,6 punti percentuali, contro i 6,2 delle città del Centro e lo 0,4 di quelle del Nord.