INTRODUZIONE. Nel mondo si combatte una guerra, la terza guerra mondiale: quella contro i cambiamenti climatici. I gas climalteranti stanno letteralmente radendo al suolo intere nazioni, i G20, anche quello napoletano della scorsa estate, hanno mostrato a pieno che forse la politica non è disposta a sostenere le ragioni dell’Ecologia su quelle dell’economia, anche queste importanti, ci mancherebbe, ma i cambiamenti climatici, le alluvioni e i terremoti hanno reso evidente che non si può più continuare a sfruttare e deturpare il territorio in nome degli interessi economici.

IL SEUQESTRO DI CARBONIO NEL SUOLO. «Abbiamo un modo naturale ed efficace per combattere il cambiamento climatico: il Sequestro di Carbonio nel Suolo», tema che ha affrontato da Adriano Pistilli, esperto di Diritto Ambientale, incontrando i ragazzi del Dipartimento di Scienze Chimiche dell'Università di Catania per parlare dei "Siti contaminati e bonifiche ecocompatibili". Il Carbonio con l’ossigeno crea il biossido di carbonio o anidride carbonica: indispensabile per la crescita delle piante ma principale gas serra prodotto dall’uomo e causa dei cambiamenti climatici. Suolo, oceani, biosfera e atmosfera sono chiamati pozzi di assorbimento del carbonio ma di conseguenza l’atmosfera è satura di gas serra, gli oceani« diventano sempre più acidi, le foreste ed i combustibili fossili diminuiscono. Il suolo è l’unico elemento in grado di assorbire l’anidride carbonica senza essere danneggiato ma dobbiamo adottare l’agricoltura organica e rigenerativa e abbandonare quella intensiva che impoverisce i terreni e aumenta i gas serra: in questo modo, grazie alla fotosintesi, rimetteremo il carbonio nel terreno (che può rimanere nel sottosuolo per migliaia di anni) diminuendo i cambiamenti climatici, stimolando l’attività dei microrganismi e creando condizioni ottimali nella rizosfera (la porzione di suolo che circonda le radici). Per avviare questo ciclo virtuoso, però, dobbiamo tutelare il suolo: una risorsa preziosa, non rinnovabile, messa in pericolo dalla speculazione edilizia. L’Italia ha una superficie di suolo consumato di 2.139.785.63 mq secondo il database Indicatori Consumo di Suolo in Italia che fa capo al Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. Nel 2019 secondo i dati del Rapporto ISPRA SNPA “Il consumo di suolo in Italia 2020”, il Veneto, con +785 ettari, è la regione che nel 2019 consuma più suolo (anche se meno del 2017 e del 2018), seguita da Lombardia (+642 )ettari), la Puglia (+625), Sicilia (+611) ed Emilia Romagna (+404). 

L’UTILIZZO DEL COMPOST. «Per far si che il suolo sia in grado di assorbire il Carbonio- ha detto ancora Pistilli- e combattere la desertificazione (la mancanza di sostanza organica nel suolo), è bene utilizzare del buon compost. Il compost è un ammendante ottenuto attraverso un processo aerobico di stabilizzazione della sostanza organica di origine vegetale ma anche da scarti organici derivanti dalla raccolta differenziata nei rifiuti solidi urbani. Il compost utilizzato favorisce l’aggregazione delle particelle di terreno, ne riduce la polverosità e ha come principale effetto il miglioramento della fertilità fisica e biologica del suolo attraverso il miglioramento della struttura grazie agli apporti di sostanza organica che favoriscono la formazione di aggregati stabili, il potenziamento dell’attività microbica che può servire nel breve periodo ad attivare il metabolismo di degradazione degli inquinanti organici e l’attivazione del ciclo dell’Azoto. In più, le piante e gli alberi che cresceranno, impediranno il movimento delle particelle di terra contaminate abbassandole al suolo, che così non potranno andare nell’area e nell’atmosfera per poi colpire l’uomo.