Il teatro Comunale di Modena “Pavarotti Freni” ha proposto, ormai al volgere verso la conclusione della sua splendida e coltissima stagione lirica, “Pelléas et Mélisande” di Debussy: sul podio l’ottimo Marco Angius, il migliore direttore di opere moderne attivo oggi in Italia e già apprezzato più volte da chi scrive; regia felicissima per equilibrio tra simbolismo, realismo misurato, luci (di Guy Simard, riprese da Andrea Ricci), colori, gestualità e costumi etc.. di Barbe & Doucet (ripresa Florence Bas).

L’opera difficilissima a realizzarsi per la sfuggente e magica delicatezza viene ovunque allestita di rado e con coraggio, premiato questa volta giustamente dal pubblico giunto da altre città. L’allestimento, visto da tanti in Tv, realizzato a Parma senza pubblico durante la pandemia, poi appunto ripreso finalmente a Modena e portato anche a Piacenza, è stato meravigliosamente diretto da Angius con l’”Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini” meritevole di plauso convinto per avere superato la difficile prova timbrica e ritmica. Finezza e pathos, nella precisione hanno reso convincente in gran cimento. Il coro del teatro Regio di Parma era diretto Massimo Focchi Malaspina.

Cast assai accurato nel cantare con puntualità intensità e sobrio espressività le evanescenti linee melodiche, e bravissimo nel realizzare sovente in maniera memorabile la parola scenica di verdiana memoria: Mélsande era Karen Vourcìh, Philipp Addis Pélleas, Michael Bachtadze Golaud, Vincent Le Texier Arkel, Enkelejda  Shkoza Genevieve, Yoniod Silvia Frigato, Roberto Lorenzi un pastore ed un medico. Pieno il successo. A seguire altra rarità, il Tamerlano” di Vivaldi.