“Nessuna Utilità Pratica” di Nic Marsél
di Redazione
Ven 30 Ottobre 2020 09:50
Un afflato di elettrocknoise e di denuncia socio esistenziale, guardando dritto in fondo agli occhi, apre “Nessuna Utilità Pratica”, progetto solista di Nicola Cereda (Nic Marsél, cantante dei Circo Fantasma), prodotto da Paz De Fina, Volwo edito per la sempre ottima etichetta Viceversa Records.
Standosene ora in disparte e guardando il mare, ora in volo, ora in un cielo bianco d’assenze, con introspezione e profondità di prospettiva, l’emozione si fa cantautorato puntuale e preciso nell’equilibrio asciutto ed essenziale tra le liriche e la musica.
E se l’abitudine attenua l’impressione, la vita va vissuta per ciò che non è essenziale, con i sogni in tasca, come figli di un’anomalia, condannati a morte, si colloca tra risonanze acustiche e rasoiate elettriche.
Anche se non è più tempo di semina, Marsél raccoglie nel campo coltivato dell’Italia che suona dodici brani di buona-sorte, così descritti nel comunicato stampa:
· Qualcosa in più - “L'uomo è per natura un animale politico” (Aristotele). La canzone politica è morta? Viva la canzone politica, soprattutto se perfettamente inutile;
· Un treno - Cosa c’è di più malinconico del suono di un treno che si allontana? “Finché si desidera si può fare a meno di essere felici perché si aspetta di esserlo. Non si è felici che prima di essere felici" (Jean-Jacques Rousseau);
· Volo LH - O della leggerezza. Ricordi di una parentesi di vita sospesa tra Milano, Strasburgo e Stoccarda, e di troppa birra assunta all’imbarco, il venerdì pomeriggio, ad ogni viaggio di rientro;
· Palomba! - Ci sono aspetti della vita palesemente assurdi. Ci doniamo anima e corpo alle passioni che non ci danno da vivere. Ma questo è nulla in confronto alle situazioni grottesche che affrontiamo nel quotidiano senza battere ciglio;
· La mia pianura - O del disprezzo. La marcia funebre per una generazione men che mediocre che vive di rendita il proprio lento, inesorabile, decadente tracollo, e della quale non resterà memoria se non per questa canzone. Consapevolezza, verdetto, diagnosi e cura. Fallimento, tradimento, rabbia e ribellione.
· Dr NUP è l’arte. Dr NUP è la musica. Un amico speciale, sempre con te, fino alla fine.
· Depressione padana - O della perdita. Riflessioni di un cadavere sotto un lenzuolo bianco. Il senso di apatia che assale al risveglio in un letto troppo grande e un soffitto troppo basso. Memorie del cielo lattiginoso, senza nuvole e senza sole che incombe sulle mie giornate d’infanzia.
· Una canzone urgente - L’ennesimo inizio da zero. Si inciampa, si cade e rialzarsi ci viene sempre più difficile. Con la consueta solenne promessa: da domani non si sbaglia più.
· Luce Gialla - Un forte temporale, un blackout elettrico e un millenario trattato di strategia militare cinese per sconfiggere fantasmi e paure ancestrali.
· Pulsar blues - In un luogo remoto, al termine dell’universo, l’implosione di un rapporto di coppia trasmette ad altre galassie enigmatici impulsi radio ad intervalli misteriosamente regolari.
· Continuità - Nella sigla finale di “Oggi le comiche” di Renzo Palmer un’auto perdeva i pezzi allontanandosi senza mai fermarsi. È così che si procede nella vita: dignitosi, tenaci, ridicoli, umani.
· Ultimo giro di giostra - Orgoglio e indulgenza. Un aspirante suicida si concede un estremo momento di felicità, pieno, profondo, privato, esclusivo e, perché no, reiterabile.
Naufragando nell’atmosfera, accompagnati da ombre di giganti, “Nessuna Utilità Pratica” vede la sua “Luce Gialla” dopo cinque dischi di ispirazione corale, e ‘si prefigura come diario di navigazione in solitudine, con l’esclusiva assistenza di Pasquale Defina (Volwo) nel ruolo di consigliere, alchimista, barometro e stella polare. È un album volutamente senza orpelli, parrucche e cappelli, ciurma e bagagli. “Nessuna Utilità Pratica” è una radiografia più che un’istantanea. Dodici canzoni che non fanno sconti, per assunto ridotte all’osso, spietate e fragili, senza trucco né rete di protezione. “Nessuna Utilità Pratica” si riferisce all’essenza stessa dell’arte, la cui forma più misteriosa e inafferrabile si declina proprio nella musica. Dodici brani che non servono a niente. Dodici pezzi che ambiscono all’eternità in quanto fuori moda, fuori tempo e fuori luogo’ – si legge sempre nel comunicato stampa.
Marco Sica